Industria, gli incentivi per la ceramica?
Al momento sono solo un annuncio

Industria, gli incentivi per la ceramica? Al momento sono solo un annuncio
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Domenica 11 Agosto 2013, 16:39 - Ultimo aggiornamento: 19:44
VITERBO - Se installi un dearsenificatore in casa o in azienda, rientri negli sgravi. Ma se sostituisci un water vecchio con uno di nuova generazione (quelli a basso consumo idrico), esiste o no un premio sottoforma di incentivo fiscale? Il quesito sta agitando il comprensorio ceramico di Civita Castellana, alle prese in queste ore con la valanga di licenziamenti annunciata da due delle più grosse aziende del distretto industriale falisco, Flaminia e Catalano. Se non bastasse, ecco arrivare la delusione alla lettura delle legge 3 agosto 2013 (numero 90), sull’efficienza energetica e/o idrica.



INCENTIVI MANCATI

La norma era stata beatificata come «un segnale positivo per le nostre ceramiche, che avranno una spinta alla produzione e alla crescita dei fatturati con risvolti occupazionali positivi, in quanto gli incentivi fiscali per chi sostituisce il vecchio water con uno a elevato risparmio idrico, quali quelli brevettati dalle aziende che rientrano nel distretto ceramico di Civita Castellana, daranno una boccata d’ossigeno all’economia del comparto». Il virgolettato appartiene ai deputati del Pd Giuseppe Fioroni e Alessandro Mazzoli, che alla vigilia della pubblicazione del provvedimento avevano comunicato di aver presentato due emendamenti (poi approvati dall’aula) al decreto “eco bonus” proprio a sostegno della produzione civitonica.



SOLO NORME GENERICHE

Ma a Civita e dintorni non sono tanto convinti che il “toccasana” andrà nella direzione invocata. «Da un’attenta lettura – spiega un addetto ai lavori – dell’articolo 14 del decreto si capisce che installare i dearsenificatori in casa o in azienda fa rientrare negli sgravi, mentre si accenna in maniera generica dell’efficienza idrica e non si specifica che gli eventuali sgravi siano a favore di chi risparmia acqua o di chi produce i sanitari. Senza contare che il provvedimento entrerà a regime solo in base a sette decreti attuativi, curati dal ministero delle Attività produttive». In questo modo la rottamazione dei sanitari, come era stata ribattezzata, rischia di passare alla storia come la bufala di ferragosto.

Non a caso le imprese, per tenere testa alla crisi di mercato, non hanno trovato altra alternativa che presentare ai sindacati proposte di licenziamento collettivo. Come quelle di due aziende come Catalano e Flaminia e, in precedenza, della Galassia.

LE RICADUTE

Eppure dai due relatori il decreto era stato definito come un toccasana per le ceramiche, che «con l'efficientamento idrico previsto negli incentivi avranno una spinta alla produzione e alla crescita dei fatturati con risvolti occupazionali positivi, senza considerare l'indubbia ricaduta ambientale». In quei giorni un convegno, che ha avuto come ospiti le parti sociali, venne organizzato a Roma per annunciare quell’iniziativa che nessuno però riesce più ad individuare, se non in maniera generica, tra le pieghe della legge.

«Alle imprese civitoniche - dice Michele Lisco di Sinistra ecologia e libertà di Civita - era stato raccontato che potevano arrivare ad assumere per poter sfruttare gli incentivi. Forse sarebbe stato meglio aggiungere qualche parola in più al termine “incremento dell'efficienza idrica” se volevano davvero tutelare le nostre aziende e maestranze».

Perplessità sono state espresse anche dai sindacati e dagli stessi imprenditori.



LE REAZIONI

«Ammetto che qualche dubbio è venuto anche a me - conferma il segretario della Fialc-Cisal, Francesco Pantaleo - e so che, parlando con gli imprenditori, anche loro sono rimasti imbarazzati. Il provvedimento non tutela nè la ceramica locale nè quella italiana e non è preciso nella sua attuazione». Per la Filtcem-Cgil è intervenuto Angelo Conti, rsu in azienda. «Ho sempre avuto dei dubbi, visti i precedenti - ha detto - ora speriamo di non aver fatto di nuovo un piacere ai produttori cinesi di ceramica».
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