Centro storico, dopo i residenti protestano anche i commercianti: «Noi lasciati soli»

Centro storico, dopo i residenti protestano anche i commercianti: «Noi lasciati soli»
di Luca Telli
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Venerdì 26 Maggio 2023, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 11:32

«Senza interventi il centro muore». Non solo i residenti, ora anche parte dei commercianti del centro storico inizia a chiedere conto all’amministrazione Frontini. Quasi un anno dopo le elezioni e la formazione della giunta i provvedimenti sono stati «pochi e di basso impatto». I cinque punti che lo scorso luglio, durante un confronto post elettorale al caffè Schenardi con un centinaio di commercianti, erano stati presentati come i pilastri su cui il governo cittadino intendeva costruire il rilancio del centro storico sono rimasti lettera morta o quasi.

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 La situazione decoro urbano e pulizia «non ha subito cambiamenti significativi», così come il piano (dalle manifestazioni agli eventi) per tornare a vivere il centro il simbolo del naufragio del quale è stato il flop natalizio, «tra i più difficili degli ultimi anni», con la cancellazione del mercatino ed eventi non all’altezza delle attese (e delle promesse).

 In compenso sono arrivati aumenti per i parcheggi «che scoraggiano i clienti della provincia, quelli che rappresentano la fetta più consistente del mercato, e li tengono lontani dal centro». E li dirotta verso i negozi all’esterno delle mura. Altro tasto dolente per i commercianti del centro che lamentano penalizzazioni dallo sviluppo dei parchi nell’area nord. «Non siamo contrari a priori alla costruzione di nuove aree commerciali ma le imprese che operano all’interno del centro vanno tutelate.

Per dimensioni e capacità di acquisto non possiamo reggere con la grande distribuzione, una cosa, in questo senso, va chiarita: se muoiono i negozi, finisce il centro».

Sul decentramento dell’asse commerciale che l’espansione dell’area di Villanova e Cassia Nord sta producendo ha le idee chiara il segretario della CISL Fortunato Mannino. «Il problema è serio e va tenuto in considerazione il rischio di un depauperamento del tessuto imprenditoriale che lavora dentro il centro storico – spiega Mannino -. Se non riusciamo a trovare una soluzione, degli incentivi diciamo così, che permetta ai negozi di stare aperti rischiamo di perdere un patrimonio di attività e, soprattutto, di posti di lavoro».

Mannino che poi aggiunge: «Da anni denunciamo la carenza di servizi, la chiusura di molte attività, case e palazzi interi nel totale abbandono, scarsa integrazione degli studenti, mancanza di parcheggi e poche iniziative culturali. Questo mix ha fatto in modo che da quartiere storico medioevale San Pellegrino sia diventato altro da quella che è la sua destinazione principale. Credo che dopo 30 anni di mancanti interventi sia il caso di iniziare a lavorare. Il primo per le ripresa è riportare i servizi e gli uffici al centro della città».

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