Caso Anna Frank: «Ferma condanna. Non si scherza con i morti». Firmato: i combattenti della Rsi

La cena di sabato scorso a Bagnaia (Viterbo)
di Giorgio Renzetti
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Lunedì 30 Ottobre 2017, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 16:54
«Una ferma condanna delle immagini denigratorie su Anna Frank». L'ennesima presa di posizione contro la diffusione degli adesivi a sfondo antisemita, affissi all'Olimpico dagli ultrà laziali, arriva da una destra che più destra (forse) non si può. Sono stati gli aderenti alla sezione viterbese dell’Unione nazionale combattenti della Rsi (la Repubblica sociale italiana, quella che dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 affiancò i nazisti, nell'occupazione di quella parte di Italia non ancora liberata dagli alleati) a lanciare il loro monito.
  
Sabato scorso, come ogni 28 ottobre da molti anni a questa parte (è la data dalla marcia dei fascisti su Roma, nel 1922), si sono riuniti in un ristorante di Bagnaia (Viterbo) per la celebrazione. Il gruppo, che ha visto per tanto tempo riunire anche dei reduci della stessa Rsi e simpatizzanti nostalgici del Ventennio, «durante il tradizionale raduno conviviale ha espresso una unanime e ferma condanna della vicenda», hanno sottolineato.

«Non si scherza con i morti – hanno detto gli aderenti all’UncRsi e a Continuità Ideale – perchè il rispetto viene prima di tutto. Vicende tragiche non possono diventare pretesto per scherno e derisione. Dobbiamo ricordare tutte le vittime della seconda guerra mondiale, compresi i civili uccisi dagli indiscriminati bombardamenti anglo-americani e le migliaia di donne stuprate, in Italia, dalle truppe coloniali francesi». I partecipanti alla cena di sabato scorso hanno poi voluto sottolineare di non aver dato vita «a un raduno di nostalgici: siamo un gruppo di amici che si incontrano tutti gli anni in un clima cameratesco e che si riconoscono in un unico ideale».
 
A quale ideale ci si riferisca è semplice comprenderlo. A guidare il manipolo di ex combattenti e amici è il presidente del sodalizio, il professor Alessandro Bordoni, che ha 94 anni. Con lui era presente anche l’altro combattente viterbese della Rsi, Franco Moricone. Bordoni ha però annunciato «tra gli applausi commossi dei presenti», sottolineano da Bagnaia, di lasciare la carica di presidente dell’UncRsi di Viterbo al vetrallese Romano Sini. «Lascio il sodalizio in buone mani – ha detto Bordoni – a  una persona capace e che sarà coadiuvato da giovani preparati e in gamba».
 
Lo scorso sabato due gli interventi su temi storici proposti ai partecipanti. Uno sulle «tragiche vicende dell’armistizio dell’8 settembre 1943» e sul ricordo dei «tanti civili italiani che perirono sotto le bombe alleate e le donne violentate dai coloniali francesi, che in Ciociaria ma anche in provincia di Viterbo si lasciarono andare a violenze di ogni tipo». L'altro intervento è stato presentato «sugli importanti interventi del fascismo in campo previdenziale, sociale ed economico».
 
 
 
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