Il primo a spegnere l’interruttore ai monumenti pubblici è stato il sindaco di Nepi Franco Vita. “Ormai è un mese che l’acquedotto, il palazzo comunale e il castello dei Borgia restano al buio. Abbiamo anche raccomandato alle scuole e agli uffici comunali di prestare massima attenzione agli sprechi. Stiamo poi valutando ulteriori iniziative, se necessarie”, fa sapere. Ma ormai sono molti gli amministratori locali costretti a ridurre l’illuminazione pubblica visto il caro energia, proprio come in casa ormai si fa attenzione anche agli elettromestici in stand by.
Come Civitella d’Agliano, dove la bolletta che nel 2021 ammontava a 80mila euro quest’anno è prevista gonfiata fino a 200mila. “Sinora abbiamo ottenuto dallo Stato 20mila euro di ristori. Significa che dobbiamo trovare 100mila euro in pià rispetto al 2021”, ammette il sindaco Giuseppe Mottura. Ed è così che sono iniziate le sforbiciate a lampioni e faretti. Resterà spenta la splendida Torre dei Monaldeschi che domina la vallata, così come i giardinetti pubblici di Civitella ma anche delle frazioni (San Michele in Teverina, San Sebastiano e Case Nuove). Spenti anche i lampioni che collegano il cimitero al paese, le zone di campagna, mentre altrove l’obiettivo è tenerne acceso uno su due.
Soluzioni drastiche anche a Tuscania.
Chi non è già intervenuto, è in procinto di farlo. Come a Montefiascone, dove il sindaco Giulia De Santis sta ultimando un piano dettagliato di interventi sull’illuminazione pubblica per mettere un argine al salasso delle prossime bollette.