Caro energia, i sindaci costretti a spegnere le luci: strade e monumenti al buio in diversi paesi della Tuscia

La Torre dei Monaldeschi di Civitella d'Agliano
di Federica Lupino
2 Minuti di Lettura
Domenica 9 Ottobre 2022, 15:00

Il primo a spegnere l’interruttore ai monumenti pubblici è stato il sindaco di Nepi Franco Vita. “Ormai è un mese che l’acquedotto, il palazzo comunale e il castello dei Borgia restano al buio. Abbiamo anche raccomandato alle scuole e agli uffici comunali di prestare massima attenzione agli sprechi. Stiamo poi valutando ulteriori iniziative, se necessarie”, fa sapere. Ma ormai sono molti gli amministratori locali costretti a ridurre l’illuminazione pubblica visto il caro energia, proprio come in casa ormai si fa attenzione anche agli elettromestici in stand by.

Come Civitella d’Agliano, dove la bolletta che nel 2021 ammontava a 80mila euro quest’anno è prevista gonfiata fino a 200mila. “Sinora abbiamo ottenuto dallo Stato 20mila euro di ristori. Significa che dobbiamo trovare 100mila euro in pià rispetto al 2021”, ammette il sindaco Giuseppe Mottura. Ed è così che sono iniziate le sforbiciate a lampioni e faretti. Resterà spenta la splendida Torre dei Monaldeschi che domina la vallata, così come i giardinetti pubblici di Civitella ma anche delle frazioni (San Michele in Teverina, San Sebastiano e Case Nuove). Spenti anche i lampioni che collegano il cimitero al paese, le zone di campagna, mentre altrove l’obiettivo è tenerne acceso uno su due.

Soluzioni drastiche anche a Tuscania.

Qui da inizio settimana il primo cittadino, Fabio Bartolacci, ha spento i faretti da 400 kilowatt che illuminavano la basilica di San Pietro e le mura cittadine. “Tanto la sera d’inverno gira poco gente. Inoltre, abbiamo chiuso i lampioni dei tratti stradali fuori Tuscania come – spiega – la Caninese e le zone dove non ci sono abitazioni. Abbiamo anche sostituito degli impianti con luci a led e ora ne verificheremo la luminosità: l’obettivo è spegnerne uno sì e uno no”. Anche qui i costi sono lievitati: lo scorso anno la spesa era sui 250mila euro, quest’anno le prime stime parlano di un raddoppio. “Per non parlare – aggiunge – dei costi per i pozzi e i depuratori, visto che non stiamo in Talete: altri 200mila euro ulteriori rispetto al 2021”. Bartolacci spera nei ristori dal Governo. Ma nel frattempo, meglio essere previdenti e abbassare le luci.

Chi non è già intervenuto, è in procinto di farlo. Come a Montefiascone, dove il sindaco Giulia De Santis sta ultimando un piano dettagliato di interventi sull’illuminazione pubblica per mettere un argine al salasso delle prossime bollette.

© RIPRODUZIONE RISERVATA