Bolsena, sotto sequestro i fanghi non smaltiti del depuratore del lago

I sigilli all'impianto del Cobalb a Marta
di Federica Lupino
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Martedì 10 Aprile 2018, 12:01 - Ultimo aggiornamento: 19:24
«La colpa è solo della Regione». Massimo Pierangeli è il direttore del Cobalb, la società composta dagli 8 comuni intorno al lago di Bolsena che si occupa della depurazione delle acque. Ieri, indagini congiunte dei Carabinieri forestali e della Guardia di finanza hanno portato al sequestro di circa 7mila metri cubi di rifiuti speciali conservati in due vasche attigue al depuratore che si trova nel territorio di Marta.

L'inchiesta, condotta dai pubblici ministeri della Procura, Eliana Dolce e Stefano D'Arma, va avanti da settembre del 2017. Ed è finalizzata all'individuazione delle responsabilità circa lo stato di degrado e pessimo stato di efficienza dell'impianto di trattamento reflui gestito dalla società. Per questo sono stati isrcitti nel registro degli indagati il presidente del consorzio e lo stesso direttore Le indagini sono alla fase preliminare: ieri mattina, oltre al sequestro delle due vasche (ognuna da 50 metri, larga 20 e profonda 4), gli agenti hanno acquisito anche numerosi documenti.

«I controlli - spiega il maggiore dei forestali Leonardo Mareschi - vanno avanti da mesi, anche a seguito di segnalazioni da parte delle stazioni dei carabinieri sul posto circa scarichi non completamente in regola. Lavorando insieme alla Guardia di finanza adesso stiamo chiarendo il quadro. Al momento c'è da valutare se ci sono stati danni all'ambiente, ma ricordo che il depuratore ha sede fuori dal bacino lacuale ed è collegato al fiume Marta». Insomma, se conseguenze ci furono sono per il litorale di Tarquinia e non del lago. Ma le indagini proseguono. 
Piergentili si dice assolutamente sereno. «Tutto quello che sta accadendo - sostiene il direttore - dipende dal fatto che la Regione dal 2009 non ci versa più un euro. Siamo creditori di 7 milioni, soldi che se fossero arrivati sarebbero serviti per pagare l'energia elettrica (il debito è di 3.800.000 euro) e per tutta la manutenzione». Inoltre, rivela che a settembre la Regione ha aggiudicato un bando per 1.600.000 per il ripristino. «E tra due mesi - conclude - era previsto anche lo smaltimento dei fanghi che non abbiamo potuto effettuare perché senza fondi. Serve circa mezzo milione».
 
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