Belcolle, la paura del Covid svuota il pronto soccorso. Donetti: «Troppi accessi impropri»

Il direttore generale della Asl di Viterbo, Daniela Donetti
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Venerdì 13 Marzo 2020, 12:12 - Ultimo aggiornamento: 12:34
Il coronavirus scoperchia gli accessi impropri. Ed è così che, dallo scoppio dell'emergenza, i numeri del pronto soccorso di Belcolle sono iniziati a crollare. "In questo momento, ci sono 20 persone. Circa un terzo delle presenze prima dell'arrivo del Covid 19", confermava nel primo pomeriggio di ieri Daniela Donetti, direttore generale della Asl di Viterbo. A essersi volatilizzati sono i casi meno gravi: ormai nel reparto delle emergenze si presentano in larga maggioranza pazienti con priorità elevata. Ieri erano quasi tutti codici 1, 2 e 3, ovvero rossi, arancioni o blu. Uno solo era un codice 5, cioè poco grave.

In media, il calo registrato sinora è stato di almeno il 50%. L'11 febbraio, tanto per fare un esempio, il pronto soccorso di Viterbo si è preso cura di 143 persone, delle quali 96 sono state dimesse e 27 ricoverate. Un mese dopo, l'11 marzo, gli accessi sono stati 70 e i ricoveri 26, quasi lo stesso numero di un mese prima col doppio delle presenze. Ieri alle 16,15 in totale si erano rivolte al reparto 33 persone, mentre il 12 febbraio erano state 132. Insomma, la paura del contagio è un freno a quanti sinora si recavano al pronto soccorso senza averne reale necessità, andando a sovraccaricare il lavoro dei medici e degli infermieri per patologie risolvibili recandosi più semplicemente dal medico di famiglia.

"Questo fenomeno - commenta il dg - dimostra che sinora troppo spesso abbiamo assistito a un uso improprio del pronto soccorso. Rivolgersi a questo reparto quando non è indispensabile significa rischiare di abbassare la qualità dell'assistenza a danno dei casi di maggiore importanza. Questi sono comportamenti non responsabili da parte di chi intasa il servizio nei confronti di chi ha, invece, reale bisogno di assistenza". L'auspicio di Donetti è che questa crisi educhi i cittadini ad avere maggiore rispetto verso la sanità e verso gli altri: "Questa situazione ci impegna ad essere più responsabili. Ecco, auspico - afferma - che questa maggiore responsabilià verso la pubblica amministrazione e verso le persone che ne hanno più bisogno, resti anche dopo. Dovremmo tutti imparare ad essere meno egoisti".

Anche perché, tiene a precisare il direttore generale, i medici di medicina generale sono dei professionisti in grado di far fronte ai bisogni di salute della popolazione. "Anche in questa emergenza - specifica Donetti - ci stanno aiutando moltissimo. Sono parte integrante della rete che abbiamo attivato contro il Covid. Una rete costruita insieme a loro, ramificata sul territorio, e che ci aiuta a gestire i casi clinici in maniera più appropriata". Un lavoro che va di pari passo con quelle dei due Toc, i team operativi coronavirus, che rispondono h24 alle migliaia di telefonate di cittadini che chiedono informazioni.
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