Assassino per gelosia: 25 anni di carcere al killer del prof Angeletti

Dario Angeletti
di Maria Letizia Riganelli
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Giovedì 11 Maggio 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 19:28

Venticinque anni e due mesi di carcere per aver ucciso l’uomo che considerava un ostacolo per la “rinascita” della sua relazione sentimentale. Venticinque anni di carcere per aver sparato due colpi di pistola contro il professore dell’Unitus Dario Angeletti. Claudio Cesaris ieri non era in aula, ma all’ospedale Belcolle dove si trova ricoverato nel reparto di medicina protetta, le sue gravi condizioni di salute non gli hanno permesso di essere alla lettura della sentenza. Sentenza arrivata dopo poco più di 4 ore di camera di consiglio.

La Corte d’Assise di Roma ha stabilito che Cesaris è colpevole dell’omicidio aggravato dalla premeditazione, ma non dello stalking nei confronti della ricercatrice universitaria. Lo stalking, le molestie contro l’ex fidanzata non sarebbero mai esistiti. Il fatto non sussiste sottolinea la Corte, che la estromette anche come parte civile. Per lei nessun risarcimento. Si tratta della donna di cui Cesaris era ancora innamorato, nonostante la loro relazione fosse terminata da tempo.

E’ qui che la procura di Civitavecchia - che aveva chiesto 23 anni di carcere - legge il movente dell’omicidio delle Saline. «Movente - ha spiegato il pm Alessandro Gentili durante la discussione - da rintracciare nella mancata accettazione della fine della relazione tra l’imputato e la ricercatrice. A cui si accompagna una forma di gelosia nei confronti del professor Angeletti, vissuto come antagonista, e una vendetta nei confronti della ex». Secondo quanto ricostruito l’imputato non avrebbe mai accettato la fine della storia d’amore con la giovane accademica, arrivata nel dipartimento di Angeletti poco dopo la rottura della relazione con il killer.

In un anno di separazione le avrebbe inviato migliaia di messaggi e email. Tutti racchiusi in un “libro”che lui stesso avrebbe rilegato. Libro dal titolo “Io e te un amore su Whatsapp” in cui Cesaris in 350 pagine racchiude foto e massaggi.

La storia è nota: il 7 dicembre 2021, dopo settimane di pedinamenti, Claudio Cesaris arriva al parcheggio delle Saline a Tarquinia dove il professore si trova per lavoro. Qui finge un malore e chiede a Angeletti un passaggio. Sale nel sedile posteriore e quando il prof ingrana la marcia gli spara due colpi alla nuca. Da dietro, senza neanche guardare in faccia la vittima che si accascia contro il volante. Poi torna a casa, si cambia e scambia anche battute con alcuni commercianti. Dirà: “la compagna mi ha lasciato sono fuori fase“. Solo dopo un anno e mezzo dall’omicidio e 4 udienze in camera di consiglio Cesaris ha deciso di chiedere perdono alla famiglia di Angeletti. «Non ero io, non ero in me». 

Famiglia che ieri in aula per la prima volta si è lasciata andare alle lacrime, stringendosi in un abbraccio carico di dolore. La Corte d’Assise ha stabilito per la famiglia provvisionali importanti 200mila euro ciascuno per la compagna e i due figli, 70mila euro ciascuno per le sorelle della vittima. All’Unitus 25mila euro. Nessun risarcimento per il Comune di Tarquinia che non è stato riconosciuto “danneggiato”.

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