Adescavano 50enne single su Facebook, arrestati madre e figlio

La caserma dei carabinieri di Viterbo
di Maria Letizia Riganelli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 2 Marzo 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 19:45

«Se non mi mandi 150 euro ti rovino». Costringevano un 50enne a pagare dopo averlo adescato con un finto profilo Facebook, arrestati madre e figlio. I due viterbesi, con diversi precedenti per truffa, sono stati raggiunti da un’ordinanza del gip con l’accusa di estorsione aggravata in concorso nella loro casa nel centro di Narni, dove dovranno rimanere ai domiciliari. L’attività d’indagine è partita l’estate scorsa subito dopo la denuncia di scomparsa del cinquantenne, residente in un piccolo paese del comprensorio di Civita Castellana.

La madre aveva allertato le forze dell’ordine dopo che il figlio, convivente con i genitori, aveva chiaramente minacciato il suicidio dopo aver ricevuto alcune telefonate minatorie. L’uomo avrebbe tentato di uccidersi dopo aver scoperto che la relazione che aveva con una donna conosciuta su Facebook era una truffa. Una truffa che gli era costata 25mila euro e tanta vergogna. A raccontarlo è stato proprio il 50enne ai carabinieri, dopo essere stato ritrovato. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Viterbo madre e figlio, autori delle minacce, avevano adescato il 50enne creando un profilo su Facebook, facendogli credere di aver intrecciato una relazione sentimentale con una donna avvenente, ma in realtà inesistente.

Attraverso il profilo fake opportunamente creato, i due avevano avanzato continue richieste di denaro con le più svariate scuse, diventate via via sempre più insistenti. «Di fronte al diniego di versare ulteriori somme di denaro - spiegano i carabinieri - i due sono passati a minacce di azioni di giudiziarie nei suoi confronti, accusandolo pretestuosamente di aver costretto alla prostituzione la donna immaginaria; per tal motivo il giorno stesso della scomparsa avevano contattavano la vittima sul telefono di casa spacciandosi prima per un avvocato e poi per un giudice, mettendo in comprensibile agitazione gli anziani genitori, ai quali avevano fatto credere falsamente che il figlio si fosse reso responsabile di qualche azione criminosa».

Durante le indagini è stato anche scoperto che i due arrestati, dopo essersi resi conto che la vittima non si era più piegata ai loro ricatti, erano riusciti a rivolgere le loro attenzioni con lo stesso modus operandi nei confronti di altri due cinquantenni, sempre residenti nel viterbese, cui con le stesse modalità e minacciandoli anche di divulgare foto compromettenti avevano iniziato ad estorcere del denaro.

I due indagati, secondo quanto ricostruito in fase di indagine, sceglievano le vittime in base ai commenti che rilasciavano sulla pagina Facebook creata. Dovevano essere di mezza età e single e poi il gioco era fatto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA