“Per un lungo periodo di tempo l'acqua potabile, erogata in 16 zone di approvvigionamento idrico nella regione Lazio, in provincia di Viterbo, ha superato i parametri stabiliti per l'arsenico e/o il fluoruro”. E' questa la considerazione di base con cui la Commissione europea ha infatti invitato l'Italia a garantire acqua potabile sicura con un parere motivato.
Secondo Bruxelles lo Stato italiano “ha disatteso gli obblighi imposti dal diritto Ue sulla qualità delle acque destinate al consumo umano e per aver lasciato che i valori di parametro per l'arsenico e il fluoruro venissero superati in alcune zone".
Le norme della Ue impongono infatti che l'acqua potabile non contenga microrganismi e parassiti e sia esente da qualsiasi sostanza che costituisca un potenziale pericolo per la salute umana. Cosa che per anni in molti comuni del Viterbese non è avvenuto per la presenza dell'arsenico.
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