Santamaria: "Io direttore del giornale anti-mafia che ispirò Falcone e Borsellino"

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Arriva nella prima serata dei mercoledì di Canale 5 la fiction in cinque serate L’Ora - Inchiostro contro piombo girata per Indiana dal siciliano Piero Messina (regista della serie Suburra) con Ciro D’Emilio e Stefano Lorenzi, e il romano Claudio Santamaria, 47 anni, nei panni dell’immaginario direttore del giornale di Palermo Antonio Nicastro. Un personaggio ispirato al “vero” Vittorio Nisticò, morto nel 2009 e direttore del quotidiano L’Ora dal 1954 al 1975, che fin dagli anni Cinquanta - quando fu richiamato da Roma per dirigere L’Ora - fece del suo giornale un presidio di legalità nella lotta alla mafia, pubblicando in prima pagina inchieste scottanti, meccanismi e segreti del crimine organizzato. Fu de L’Ora uno dei primi scoop di mafia, quello che nell’ottobre 1958 portò alla luce l’identità del potente capo mafia di Corleone, Luciano Liggio: quattro giorni dopo la rivelazione, pubblicata in prima pagina, cinque chili di tritolo esplosero contro la storica sede del giornale. «Io invito i genitori a guardare la serie con i figli - ha detto Santamaria - i nostri ragazzi oggi sono molto affascinati dal male. Invece questa serie racconta un gruppo di eroi positivi, ed è importante che i ragazzi capiscano la differenza». Liberamente tratta dal romanzo del 2006 Nostra signora della necessità di Giuseppe Sottile, a lungo impiegato nella redazione del quotidiano di Palermo (sulle stesse pagine pubblicò anche la fotografa Letizia Battaglia), la serie si apre con il giallo di un sindacalista sparito nel nulla a Corleone: «È una serie molto forte. Si parla di parola, di verità, di informazione contro la violenza e di intimidazione, alla base dell’organizzazione mafiosa». 

"Entrare nel personaggio di questo direttore senza macchia e totalmente dedito al suo lavoro aiuta a capire meglio quale sia e possa essere ancora il ruolo della libera stampa. Il piombo che usavano Nicastro e gli altri dell'Ora serviva con le rotative a stampare per la prima volta la parola MAFUA a caratteri cubitali. Quel giornale, che ha avuto il maggior numero di cronisti uccisi per le loro inchieste, è stato una palestra di coraggio e ha certamente influito nell'immaginario di grandi siciliani come Falcone e Borsellino". 

Nella serie si vedono al debutto criminale le figure dei corleonesi e di Riina, ma anche personaggi come Salvo Lima e Vito Ciancimino.