di Marco Pasqua
E' un compito delicato, che i militari italiani impegnati all'estero continuano a svolgere anche mentre il mondo è colpito da una pandemia che richiede un impegno costante. In Libano i nostri soldati – 1200 in tutto - lo sanno e continuano, ogni giorno, a servire il loro Paese in una operazione di peacekeeping fondamentale. «Siamo qui in seguito ad una risoluzione, del 2006, del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – ricorda il generale Diego Filippo Fulco, comandante del contingente italiano in Libano, in un collegamento con IlMessaggero.it – Il nostro compito è quello di far rispettare la cosiddetta blue line (una linea di demarcazione tra Israele e Libano, resa nota dalle Nazioni Unite dal 2000, ndr) e far sì che in questa parte non circolino armi, non autorizzate dal governo o da Unifil (ovvero la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite, ndr)».
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