Cina, il fenomeno del Drago d'argento si è ripetuto: onde giganti alla foce del fiume Qiantang

Il fenomeno del Drago d'argento Foto XINHUA / EYEVINE/CONTRASTO
di Luisa Mosello
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Venerdì 7 Ottobre 2016, 16:50

Si chiama “Drago d’argento” per la grande potenza con cui si esprime la natura. Che in Cina è energia estrema. Come in tanti altri luoghi, certo, basti pensare alla carica del tifone Mattew in questi giorni negli Usa.  

 

E non solo. Ma la particolarità di questo incredibile fenomeno, che si presenta nella baia cinese di Hangzhou, è di essere un appuntamento fisso: da secoli, infatti, ogni autunno il fiume Qiantang, nella regione di Zhejiang, è colpito da onde "di ritorno" davvero impressionanti, gigantesche, come in uno tzunami. Che qui, complice la marea, si condensa alla foce del corso d’acqua, risale la corrente e si infrange contro gli argini. Anche quest’anno quello che, a dovuta distanza, appare come uno straordinario spettacolo non si è fatto attendere e si è presentato puntuale. In genere il Drago argenteo si manifesta a partire dal diciottesimo giorno dell'ottavo mese lunare cinese, durante la Festa di metà autunno con la Luna piena e si ha  la massima attrazione gravitazionale sulla Terra. Cosa che alimenta l’intensità delle maree grazie.

Dura una settimana o poco più. E offre immagini di grande suggestione, attirando così ogni volta migliaia di turisti. Che accorrono incuriositi da questo muro liquido che irrompe nel paesaggio e poi si ritira come per magia. Così è accaduto pochi giorni fa quando il fenomeno si è ripetuto ancora una volta. Un fenomeno che riguarda anche altri fiumi come per esempio il Rio delle Amazzoni ma che nel caso del fiume cinese ha la prerogativa di raggiungere diversi metri di altezza con le onde (quest’anno ha superato i 2 metri) e anche 40 chilometri orari di velocità di movimento.
L'onda in avvicinamento se vista da lontano sembra una falce di Luna argentata, da cui il nome Silver Dragon. Quello che attira di più è proprio il suo essere imprevedibile. E per questo molto pericolosa se non si prendono le dovute precauzioni, ovvero se si sta troppo vicini agli argini. Come accadde alla fine degli anni Novanta quando furono 60 le persone uccise dalla furia dell’acqua. Tanto che oggi sono stati messi dei manichini distesi proprio per mostrare i rischi e pericoli ai quali potrebbero andare incontro gli (eccessivamente) impavidi.

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