Basilicata, case ristrutturate nei borghi diventano alberghi diffusi: ecco il progetto "Terre di Aristeo"

Terre di Aristeo: in Basilicata un’innovativa forma di turismo esperienziale, con un progetto per il ripopolamento e la rigenerazione dei borghi lucani
di Francesca Spano'
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Martedì 11 Aprile 2023, 17:10

Prati fioriti a perdita d’occhio dove le tinte accese di lavanda, girasoli e papaveri, incorniciano campi di grano e uliveti illuminati dal sole. E poi, secoli di storia “raccontati” da incredibili monumenti, una tradizione enogastronomica tutta da scoprire e un territorio in parte incontaminato che merita una nuova valorizzazione. La Basilicata è una delle regioni più interessanti e particolari d’Italia, troppe volte dimenticata, con i riflettori puntati sulle destinazioni note - da Matera con i suoi affascinanti Sassi al comune “presepe” di Castelmezzano - e molto poco su quelle più remote. Sulla base di tali innegabili potenzialità territoriali e culturali, si fa largo una strategia di riqualificazione dell’area che ha come protagonista il Distretto turistico Terre di Aristeo e il suo progetto pilota per esaltare finalmente come merita questo luogo di eccellenza. Attraverso un programma dettagliato che passa anche dall’animazione territoriale, dalla comunicazione e da interventi pubblici legati alle infrastrutture, l’obiettivo è quello di promuovere sviluppo produttivo e occupazionale, ripopolare i centri storici e salvaguardare il territorio e le sue tradizioni, favorendo un'innovativa forma di turismo esperienziale. 

Terre di Aristeo: che cos’è?

Il distretto Turistico Terre di Aristeo, fa parte degli oltre sessanta distretti istituiti da una legge nazionale del MiBACT (oggi MiC, Ministero della Cultura) e nati per promuovere e sostenere le economie locali, a partire proprio dai borghi. Ha un peso importante in Basilicata, visto che vi hanno aderito 91 comuni su 130, molti nelle aree interne, compresa Matera ma non Potenza. Il nome deriva da un personaggio della mitologia greca, figlio di Apollo e della principessa Cirene, che vegliava sulle aree verdi e sulle attività legate a esse.

Il progetto pilota per il ripopolamento e la rigenerazione dei borghi lucani

La Basilicata, nonostante sia uno scrigno di tesori sotto vari punti di vista, soffre di notevoli criticità legate anche al crescente spopolamento e all’emigrazione dei giovani, fino alla desertificazione di molti comuni dell’interno e alla mancanza di opportunità di lavoro di spessore. Occorre, quindi, un'immediata rigenerazione dei territori che permetta loro di vivere al pieno delle potenzialità, come ribadisce Saverio Lamiranda, a.d del Distretto Turistico Terre di Aristeo:

“Il turismo in Basilicata, ha bisogno di realizzare strutture di accoglienza di alta qualità per poter ricevere un turismo di categoria 4 o 5 stelle, che è assolutamente deficitario.

Abbiamo promosso e selezionato delle aree, per cui abbiamo valutato la necessità di un intervento significativo a livello straordinario. L’idea sarebbe quella di realizzare 2000 nuove unità abitative, di cui almeno mille in dieci destinazioni specifiche che abbiamo individuato di intesa con i comuni. Con questi numeri, pensiamo in tre anni di riuscire a intercettare un mercato internazionale che raggiunga almeno i 200mila arrivi”.

Con Terre di Aristeo in Basilicata, dunque, viene allungato lo sguardo su ogni aspetto da rivalutare, comprese le condizioni in cui versa il sistema viario regionale e i collegamenti interni fra i vari borghi. Tuttavia, sono le limitate prospettive di futuro che spingono i ragazzi a fuggire al Nord a preoccupare di più, come ribadisce Filippo Sinisgalli, sindaco di Missanello (comune all’interno del distretto Terre di Aristeo):

“Noi ci immaginiamo, se il progetto riuscisse a vedere la luce, un ripopolamento e una rigenerazione di questi bellissimi centri storici della Basilicata tramite appunto l’accoglienza, perché abbiamo molto da dare. Per esempio a Missanello ci sono delle incredibili distese di uliveti, grazie alla presenza di una pianta autoctona che è l’oliva majatica di Missanello. La promozione dell’olio extravergine che si ottiene dalla sua coltivazione e di questo territorio, sarebbe uno dei nostri punti di forza. C’è una bellezza ambientale che è poco conosciuta e questo può contribuire a favorire una occupazione giovanile importante, bloccandone la fuga che avviene sempre a malincuore, perché tutti amano in fondo la propria terra di origine. Oggi il centro storico è abitato al trenta per cento delle proprie possibilità e, quindi, tutto il resto potrebbe diventare un borgo albergo”.

Nuova capacità ricettiva tra palazzi storici e beni pubblici: i dettagli del programma

Al momento dell’approvazione del progetto da parte degli organi ministeriali, occorrerebbero circa tre anni per realizzarlo nei dettagli. Lamiranda conferma che: “In questo momento è in valutazione un primo lotto di 400 unità che devono essere non inferiori a 50/60 metri quadri di disponibilità e devono essere realizzate per lotti non inferiori a cento unità, perché abbiamo bisogno di avere la certezza che il sistema produca sviluppo economico e capacità di remunerazione. Questa condizione se si realizzasse coinvolgerebbe anche attività che riguardano l’animazione territoriale, la formazione, la comunicazione e interventi pubblici legati alla infrastrutturazione. Per la prima volta in Italia, probabilmente, c’è una proposta da soggetti privati, con il consenso, la partecipazione e il coinvolgimento diretto delle amministrazioni locali. Adesso abbiamo presentato l’intero programma e fra le pagine sono comprese strutture appartenenti a privati o beni pubblici che mettono a disposizione alcuni comuni in conferimento, acquisto o comodato d’uso per la realizzazione dell’investimento”.

Un nuovo disegno turistico in Basilicata: la nascita del borgo albergo

Un turismo nuovo e non di massa legato a una maggiore fruizione locale, potrebbe dunque fiorire in Basilicata. I presupposti ci sono tutti, così come la passione e l’impegno di chi oltre ad esserci nato, sogna di ridisegnarne il futuro che merita, come conclude Lamiranda: “Ad oggi al progetto sono legati dai 20 ai 30 comuni e costituiscono il punto di atterraggio dell’investimento, insieme a quelli limitrofi. Stiamo guardando in faccia un grande problema che è lo spopolamento e per cambiare le cose, l’unica strada è il turismo, anche se temporaneamente. Dobbiamo però avere le strutture turistiche adeguate, perché senza questo il visitatore non permane. Attualmente registriamo prevalentemente un turismo mordi e fuggi. L’obiettivo immediato è quello di puntare al ripopolamento aumentando gli arrivi. Chi è già andato via non torna subito e, perciò, se ci occupassimo solo di un processo immobiliare sarebbe un fallimento”. La nuova accoglienza deve curare ogni aspetto e far sentire al meglio il turista, pronto a vivere un’avventura che conserverà a lungo nel profondo dei propri ricordi.

 
  

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