Magico Uzbekistan: sulla via di Samarcanda a bordo di un treno

Samarcanda - piazza Registan
di Sabrina Quartieri
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Giovedì 3 Settembre 2015, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 16:37

Attraversare uno dei tratti più affascinanti della Via della Seta a bordo di un treno privato, facendo tappa nelle principali località dell’Uzbekistan, per un viaggio da sogno alla scoperta di un misterioso pezzo dell’Asia Centrale. Undici giorni (e dieci notti) a disposizione, per tuffarsi in luoghi, dalle diverse anime, che evocano mondi fiabeschi orientaleggianti: come la capitale, Tashkent, moderna e ricca di tradizioni; e ancora, Shakhrisabz e il vicino villaggio di Khodja Ilgor, celebre per aver dato i natali al grande Re Tamerlano (1336-1405); Bukhara, “la Nobile”, con le sue atmosfere d’altri tempi; Khiva, con i colori del suo affascinante deserto; e per finire, splendente per le sue scintillanti cupole azzurre, Samarcanda, vero gioiello millenario, crocevia di culture e terra di leggende amorose.

Volando dall’Italia, si raggiunge la prima meta dell’elegante tour lungo la Via di Samarcanda: si tratta, ovviamente, della capitale dell’Uzbekistan, Tashkent. Più di 2mila anni di storia, per il più grande centro economico, scientifico e culturale del Paese. La visita della città inizia subito con qualcosa di stupefacente: la prestigiosa scuola coranica, o madrasa Kukeldash, ricca di preziosi mosaici. Si continua, poi, con il monumento di Kavoj, la piazza con la statua equestre di Amir Timur (Tamerlano) e l’Opera nazionale. Durante la serata, da non perdere lo spettacolo al teatro “Alisher Navoi”. Il giorno successivo, mattinata libera all’insegna del relax e dei gusti personali: per conoscere le tradizioni del Paese millenario, si può scegliere di fare un giro ai musei delle Belle Arti, delle Arti Applicate, della Storia dell’Uzbekistan e, ovviamente, nelle sale che custodiscono i gioielli del Regno di Tamerlano. Valida alternativa al tour in città, un’escursione alla scoperta dei pittoreschi paesaggi di montagna nella zona di Tian Shan.

Con grandi aspettative e carichi di emozioni, ci si prepara a salire finalmente sul confortevole treno Registan. Durante la notte, il lungo tragitto si snoda tra incredibili gole di roccia di luoghi remoti, un tempo attraversate dalle numerose carovane dei mercanti provenienti da Oriente, come anche dalle armate di famosi condottieri, come Alessandro il Grande e Gengis Khan. Terre dal sapore antico dove oggi abitano, in villaggi arroccati sulle vette, vecchi sciamani e piccole tribù di religione zoroastriana, dette anche i fedeli “Adoratori del Fuoco Sacro”.

E’ qui che si continuano a compiere antichi riti propiziatori e purificatori. Le bellezze naturalistiche che si offrono ai passeggeri già a partire dalle prime luci dell’alba, lasciano il passo alla piccola Shakhrisabz e al villaggio di Khodja Ilgor, conosciuto per aver dato i natali a Tamerlano. Patrimonio dell’Umanità Unesco, la città si presenta immersa in un verde puntellato dai diversi colori dei monumenti, unici e grandiosi. Il Re Timur, infatti, vi fece costruire lo stupefacente palazzo di Ak-Saray e il Dorussiadat, seggio del potere e della forza. Molto affascinante e decisamente da non perdere, anche l’imponente moschea di Kok-Gumbaz.

Al calar del sole, si risale a bordo del treno per una deliziosa degustazione di vini uzbeki, in attesa di stendersi per affrontare la lunga e silenziosa notte che conduce alla volta di Bukhara. Città favolosa da “mille e una notte”, il suo ritratto è unico tra minareti e moschee, in un autentico museo a cielo aperto nel cuore del deserto del Kizilkum. Due giorni a disposizione per ammirare le sue madrase più belle, come quella di Mir-el Arab, il complesso Ljabi Hauz, il mausoleo Samanide, risalente al IX secolo, e lo straordinario minareto Kaljan. Altri siti di grande fascino, sono la fortezza di Ark, un tempo sede dei regnanti di Bukhara, e la residenza estiva dell’ultimo emiro uzbeko, con alabastri e ornamenti dagli stili differenti. Ad impreziosire le magiche atmosfere, la location pensata per la cena, ovvero il cortile di un’antica madrasa e, di sottofondo, le melodie delle musiche orientali. Momento clou del soggiorno a Bukhara l’incontro con l’Imam. Con occhi pieni di meraviglia, si risale in carrozza per attraversare distese infinite di deserto. Poi, all’improvviso, ecco apparire una vera e propria oasi: siamo a Khiva, una tipica “cittadella dell’emiro”, vivace e attiva un tempo, perché frequentata dai mercanti viaggiatori che percorrevano la Via della Seta.

Anche qui, sono tanti i tesori conservati nel tempo, come il complesso di Ichan Kala, una fortezza con cupole sfavillanti, palazzi armoniosi e minareti adornati da splendidi mosaici color verde e blu; altrettanto preziose le scuole coraniche presenti, su tutte la madrasa di Amin Khan, risalente alla seconda metà dell’Ottocento. Impressionante è l’eleganza della moschea Juma (del Venerdì), circondata da più di 200 colonne di legno che avvolgono, come in un abbraccio, la bellissima fontana interna. Immancabile, durante un soggiorno a Khiva, il momento dello shopping tra i vicoli del bazar, per una sosta divertente prima di ripartire verso la fortezza vecchia di Kounya Ark, con i suoi splendidi cortili interni. E prima di lasciarsi alle spalle la lucente oasi del deserto uzbeko, arriva anche la pausa golosa, per un pranzo nelle stanze dell’antica residenza estiva dell’emiro. A questo punto, non senza una buona dose di malinconia, si torna sul treno per raggiungere l’ultima tappa del viaggio, per poi tornare a Tashkent e volare in Italia.

Distrutta più volte, conquistata da Alessandro Magno e da Gengis Khan, e antica quasi come Roma, Samarcanda è sempre riuscita a rinascere, occupando per secoli un posto d’onore lungo quella rotta commerciale tra Asia ed Europa nota come la Via della Seta. Una città gioiello dal glorioso passato, grazie a Re Tamerlano, che chiamò i migliori architetti dell’epoca per renderla un luogo pieno di bellezze. Le stesse che sarebbero diventate oggetto di affascinanti leggende, raccontate dai mercanti e conosciute persino in Occidente. Come ad esempio, la più romantica tra loro, quella che riguarda la costruzione della moschea di Bibi Khanum, un trionfo di blu e turchese, con una cupola che, un tempo, veniva considerata la più grande del mondo musulmano. Si racconta che il nome del luogo sacro derivi da quello della moglie preferita di Tamerlano (una delle nove), una bellissima principessa di origine mongola, Bibi Khanum per l'appunto.

Assolutamente da visitare, tra i monumenti più rappresentativi della città, la necropoli dei nobili di Shaki Zinda, le rovine di Afrasiab, le cupole azzurre del mausoleo di Gur Emir, dove giacciono Temur e il suo famoso nipote, l'astronomo Ulughbeke, che ha dato il nome all’osservatorio di Samarcanda, oggi visibile nei resti di un antico sestante. E così, dopo una tappa in un laboratorio artigianale di tappeti e in una fabbrica della carta, resta solo una cosa da fare, per poter veramente concludere in bellezza questo fantastico viaggio: fermarsi al tramonto davanti al complesso monumentale di piazza Registan, un luogo di tale incanto da lasciare senza fiato: le sue tre madrase color verde e azzurro, dalle cupole brillanti, vengono annoverate tra le meraviglie più incredibili che si possono vedere. Durante la stagione turistica, inoltre, proprio su questa magica piazza, ogni sera si tiene lo spettacolo "La Luce e la Musica”, un insieme di racconti sulla storia millenaria di Samarcanda: tra gesta e prodezze, la città fiorì tra il XIV ed il XV secolo grazie alle volontà di Tamerlano, che la incoronò degna capitale del suo vastissimo impero (per il 2016, le partenze per il tour sono previste l’11 maggio, il 27 agosto e il 25 settembre. Tutte le info su www.metamondo.it).