Papa Francesco elogia il modello cooperativo, mitiga i guasti del liberalismo e del comunismo

Papa Francesco elogia il modello cooperativo, mitiga i guasti del liberalismo e del comunismo
di Franca Giansoldati
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Sabato 16 Marzo 2019, 15:20

Città del Vaticano – La ricetta della felicità in un Paese passa attraverso le relazioni, la capacità di prendersi cura dell'altro e, in campo economico, anche dall'esistenza di un modello cooperativo capace di superare i guasti del liberalismo senza regole e del comunismo. Papa Francesco è ritornato dalla settimana di esercizi spirituali fatti ad Ariccia assieme alla curia e, come primo appuntamento pubblico, sceglie di celebrare i 100 anni della Confcoperative. «Cari fratelli e sorelle, viviamo in un mondo che è preso dalla frenesia di possedere, e che fa fatica a camminare come comunità. Il lavoro che portate avanti da cento anni è quello di opporre la relazione all’individualismo, la squadra all’interesse, il benessere di tutti agli interessi di pochi». Attacca così Papa Francesco, mettendo in evidenza che «l'individualismo impedisce la piena felicità perchè esclude l'altro dall'orizzonte».

Per l'occasione ha preparato un discorso impegnativo, pieno di citazioni alla Centesimus Annus e alla Rerum Novarum. «Una società che diventa muro, fatta dalla massa di tanti individui che non pensano e non agiscono come persone, non è in grado di apprezzare il valore fondamentale delle relazioni. Non si può agire veramente come persone quando si è malati di indifferenza ed egoismo. Allora, in realtà, il vero paralitico è la folla. Una folla fatta di individui che guardano solo i propri bisogni senza accorgersi degli altri, e così non scoprono mai il gusto pieno della vita».

Ecco che il modello cooperativo, ispirato alla dottrina sociale della Chiesa, riesce a correggere, secondo Francesco, «certe tendenze proprie del collettivismo e dello statalismo, che a volte sono letali nei confronti dell’iniziativa dei privati; e allo stesso tempo, frena le tentazioni dell’individualismo e dell’egoismo proprie del liberalismo. Infatti, mentre l’impresa capitalistica mira principalmente al profitto, l’impresa cooperativa ha come scopo primario l’equilibrata e proporzionata soddisfazione dei bisogni sociali. Certamente anche la cooperativa deve mirare a produrre l’utile, ad essere efficace ed efficiente nella sua attività economica, ma tutto questo senza perdere di vista la reciproca solidarietà».

Non solo. Il modello cooperativistico «punta a dare un lavoro equamente retribuito a tutti; permettere a contadini resi più fragili dal mercato di far parte di una comunità che li rafforza e li sostiene; a un pescatore solitario di entrare in un gruppo di colleghi; ad un facchino di essere dentro una squadra, e così via. In questo modo, cooperare diventa uno stile di vita». 

Infine, a chiusura del discorso, il Papa mette in risalto il ruolo della donna che, a suo parere, dovrebbe «tornare a essere tra le priorità dei progetti futuri in ambito cooperativo. Non è un discorso ideologico. Si tratta invece di assumere il pensiero della donna come punto di vista privilegiato per imparare a rendere la cooperazione non solo strategica ma anche umana. La donna vede meglio che cos’è l’amore per il volto di ognuno. La donna sa meglio concretizzare ciò che noi uomini a volte trattiamo come massimi sistemi».
 

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