Maxi truffa mascherata da solidarietà: Umbertide, requiste 70mila mascherine

Maxi truffa mascherata da solidarietà: Umbertide, requiste 70mila mascherine
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Giovedì 16 Aprile 2020, 14:51
UMBERTIDE  - Mascherine requisite, arrivate dalla Cina ufficialmente per dare un contributo forte e tangibile alla solidarietà e invece per gran parte destinate alla vendita sul mercato nero campano: questa l’ipotesi investigativa che ha condotto i militari del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Ancona, quelli di Bologna e i funzionari della Dogana a requisire il maxi carico di mascherine irregolari all’Interporto di Bologna.

L’INDAGINE
Secondo quanto ricostruito dai finanzieri, le mascherine sarebbero arrivate in numero di gran lunga superiore rispetto a quanto due imprenditori (padre e figlio) attraverso le loro rispettive società avrebbero dovuto donare alla Protezione civile di Umbertide, all’ospedale Cardarelli di Napoli e a quello di Caserta. In pratica, secondo le indagini la solidarietà avrebbe fatto da “schermo” per una vera e propria truffa che avrebbe permesso ai due imprenditori di piazzare sul mercato nero campano decine di migliaia di mascherine a prezzi anche 4-5 volte superiori rispetto a quelli normali, dunque fino a venticinque-trenta euro a pezzo. Nei guai, per ora con l’accusa di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, un imprenditore di 43 anni di Torre Annunziata residente ad Umbertide e titolare di una società nel settore dell’antinfortunistica con sede a Falconara. Ma nel giro, secondo i finanzieri è in qualche modo coinvolto anche il padre di 68 anni che, attraverso la sua azienda, avrebbe di fatto distribuito le mascherine agli enti con cui erano stati stretti degli accordi di beneficenza con i pezzi che sarebbero stati regalati.

LE PROMESSE

 qui la storia si fa ancora più particolare: secondo quanto si apprende, alla Protezione civile di Umbertide l’imprenditore avrebbe promesso addirittura cinquantamila mascherine da distribuire a tutta la città. Un numero che ha ovviamente impressionato i rappresentanti dell’associazione, dal momento che significherebbe una media di tre a residente. Un numero giustificato come in parte da distribuire subito per fronteggiare l’emergenza coronavirus e in parte da tenere come deposito: e proprio qui sarebbe stato l’inghippo. Secondo i finanzieri, infatti, appena ventimila delle novantamila complessive sarebbero state subito regalate (con la Protezione civile di Umbertide e gli ospedali campani ovviamente completamente all’oscuro di rappresentare la facciata di solidarietà data dal 43enne alla maxi truffa) mentre le restanti settantamila sarebbero state destinate al mercato nero con dunque profitti impressionanti. Ecco dunque che settantamila mascherine sono state requisite mentre ventimila verranno recapitate ai destinatari.
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