Vino e olio, annata nera Vendemmia giù del 60% La mosca danneggia l'oliva

Vino e olio, annata nera Vendemmia giù del 60% La mosca danneggia l'oliva
di Cristiana Mapelli
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Giovedì 28 Settembre 2023, 09:11


PERUGIA Per l'olio e il vino made in Umbria il 2023 è un'annata difficile. A complicare la produttività di quest'anno, è il clima pazzo che farà risentire i suoi effetti in due settori che, nel 2022, hanno rispettivamente avuto un peso per l'olio di 1,4 miliardi di euro e per il vino 64 milioni per le bottiglie Docg e Itg (dati Camera di commercio e Ismea). LA VENDEMMIA
Nel vino le piogge frequenti e abbondanti e temperature elevate, hanno determinato lo sviluppo della peronospora che ha messo a rischio i vini simbolo del territorio. Le prime settimane di vendemmia confermano una produttività a macchia di leopardo dove fondamentale è stata la tempestività dell'intervento tecnico. Tra i territori più colpiti, secondo le stime di Cia Umbria, la zona di Montefalco Spoleto (-60 per cento della produzione rispetto al 2022), l'Orvietano (-40 per cento) e il Ternano (- 50 per cento). E poi c'è l'aumento dei costi a cui gli imprenditori agricoli stanno facendo fronte per salvare il salvabile. 
«Sul fronte nazionale la quota di un milione di euro stanziati a livello nazionale per affrontare il problema appare irrisorio ha detto Matteo Bartolini, presidente di Cia Umbria e vice presidente nazionale - . La Regione deve sollecitare l'esecutivo affinché vengano stanziate risorse adeguate utili a mettere in sicurezza il reddito delle imprese viticole da noi rappresentate». 
Di un'annata difficile parla anche Marco Caprai a capo della cantina Arnaldo Caprai. «Le stime produttive purtroppo sono confermate e abbiamo il 40 per cento in meno a seconda delle varietà. L'uva rimasta in vigna è ricca di succo. Senza gli attacchi di peronospora avremmo avuto un'annata super. Ora aspettiamo la fine della vendemmia, la pianta sta ancora lavorando. La qualità va attesa, senza fretta». Problemi in vigna al centro di alcuni incontri di approfondimento che Cratia srl di Confagricoltura Umbria per promuovere poi presso gli operatori del settore un approccio tecnico innovativo più efficace nella difesa dei vigneti dalla peronospora.

Di una sfida ha parlato Albano Agabiti, presidente di Coldiretti Umbria. «I danni sono irreparabili, ma ora dobbiamo aprire urgentemente una riflessione sui cambiamenti climatici ha detto -. Le nostre aziende hanno fatto il possibile ma, con conoscenze più adeguate, potevamo essere più performanti. È arrivato il momento di confrontarci, ci stiamo attivando per attivare un sistema di prevenzione e monitoraggio dove la mano del pubblico è principale e l'azione dei singoli imprenditori diventa essenziale. 

L'OLIO 
Di una crisi annunciata nell'olivicolo ha parlato Giuseppe Bibiani, presidente dell'oleificio cooperativo tra produttori agricoli di Colle del Marchese. «Oltre alla non allegagione nel periodo della fioritura ha detto Bibiani - abbiamo assistito anche ad un attacco di mosca olearia che, con le temperature olearie di agosto, ha ripreso vigore. Il problema non è solo italiano, ma di tutta la zona del Mediterraneo. Sui costi stiamo già vedendo un aumento: se guardiamo i prezzi all'ingrosso sono quasi raddoppiati. Se un olio di Spagna o Grecia arrivava sui 4 euro al litro, quest'anno supererà i sette. Come cooperativa speriamo di non gravare troppo sul costo al consumo, ma auspichiamo un aiuto da parte del consumatore per continuare a coltivare il territorio e produrre le eccellenze della nostra fascia olivata Assisi Spoleto». La problematica dell'allegagione in Umbria ha riguardato le aree di media collina. «Chi sa gestire agronomicamente l'oliveto salvandolo nei tempi e nei modi previsti dalla legge con i fitofarmaci spiega Marco Viola, imprenditore e presidente Assoprol Umbria , avrà un raccolto sano e produrrà un grande olio. L'Umbria produce il 2 per cento del prodotto nazionale, ma qui ci sono i grandi player del settore. Gli aumenti di quest'anno sono frutto di una grossa speculazione. Queste economie, mi auguro vengano usate in maniera parsimoniosa, affinché ci sia un ricambio generazionale e per il mantenimento del territorio».

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