Turismo, l'exploit dell'Umbria ad agosto. Mai così bene da otto anni

Turisti a Perugia
di Fabio Nucci
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Giovedì 14 Ottobre 2021, 09:30

PERUGIA L’estate 2021, la stagione della ripartenza dell’Umbria, almeno dal punto di vista turistico. L’inversione di tendenza, anche rispetto al 2019, a luglio; la svolta ad agosto, mese che ha collezionato i dati migliori da otto anni a questa parte, con quasi 390mila arrivi e 1,3 milioni di presenze. Un trend evidenziato nell’approfondimento Aur, “Turismo, il rimbalzo dell’Umbria”, realizzato da Giuseppe Coco. «Abbiamo messo sotto la lente di ingrandimento le dinamiche dei flussi turistici estivi», spiega il ricercatore per il quale tale bilancio, pur provvisorio nei numeri (per quanto riguarda agosto) si porta dietro importanti implicazioni “sociologiche”.
Una lettura dei dati che ha reso possibile un confronto “sterile” con gli anni precedenti, visto che negli ultimi due anni caratterizzati dalla pandemia, la circolazione del virus è stata minima o ridotta nei mesi più caldi. «Volendo partire dal finale, il periodo giugno-agosto 2021 è andato meglio delle più rosee aspettative», osserva Giuseppe Coco. L'analisi Agenzia Umbria ricerche, mettendo a sistema le informazioni, indica come giugno 2021 sia risultato migliore dello stesso mese 2020, ma ancora ancora distante dai numeri 2019. «Già a luglio 2021 – spiega Coco - si ha un primo risultato molto positivo, con arrivi andati meglio del 2019: circa 263mila a fronte di 261mila. Ma è ad agosto che si è consumato un vero e proprio capolavoro». Rispetto al 2019, periodo pre-Covid, si è avuto un incremento notevole sia di arrivi (+50.325), sia di presenze (+181.270) e sia, di conseguenza, di permanenza media giornaliera (salita a 3,33 giorni). «Ma non va trascurato che già agosto 2020 era andato bene rispetto al 2019 con 23.792 arrivi e 10.487 presenze in più». Ma è sul dato di agosto che si è concentrata l’analisi dell’Aur che ha esteso l’orizzonte temporale fino al 2013, scoprendo che il mese più caldo del 2021 ha fatto registrare un record dei flussi turistici rispetto a tutti e otto gli anni precedenti, sia in termini di arrivi che di presenze.

Rispetto al 2019, ad esempio, gli arrivi sono cresciuti del 14,8% e le presenze del 16,3%; rispetto al 2018 i due indicatori sono saliti del 18,5 e del 18,0%; del 36,2 e del 30,9% rispetto al 2017.

«Una crescita decisamente consistente e non figlia del caso», osserva il ricercatore Aur per il quale ha giocato un ruolo importante anche l’ultimo spot promozionale voluto dalla Regione. «Una campagna che non è passata inosservata e che, come direbbe un sociologo di razza, col suo essere disturbante e divisiva ha centrato l’obiettivo entrando nell’immaginario dei turisti (e non solo)». Il riferimento è al claim “Io amo il mare dell’Umbria” che per Coco mette il comparto davanti a due evidenze: «Questo dimostra che oggi è fondamentale sapersi raccontare e che il settore turistico umbro, come dimostrano i numeri di agosto 2021, ha un enorme potenziale di crescita. Il territorio umbro è molto attrattivo dal punto di vista culturale, artistico, storico e ambientale ma non frequentato dai turisti tanto quanto meriterebbe a causa di una serie di fattori che lo penalizzano». A partire dagli storici gap infrastrutturali che pongono l’Umbria in svantaggio rispetto ai principali competitor. «Qualcosa si sta muovendo e in mezzo a tante difficoltà i segnali positivi non mancano», aggiunge Coco. «Nell’ambito del Pnrr, ad esempio, ci sono vari investimenti destinati al comparto “Turismo e cultura”: il traguardo da raggiungere è innalzare la capacità competitiva del settore».

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