Terni, palestre chiuse e insegnanti senza lavoro: «Per la danza impossibile evitare il contatto fisico»

Terni, palestre chiuse e insegnanti senza lavoro: «Per la danza impossibile evitare il contatto fisico»
di Aurora Provantini
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Venerdì 24 Aprile 2020, 08:59
TERNI Le palestre, letteralmente messe in ginocchio da questa emergenza sanitaria, forse non potranno ancora riaprire: è probabile che vengano introdotte misure più severe per loro, come la continua sanificazione delle attrezzature e delle aree comuni, oltre al distanziamento di un metro, l'uso di mascherine e di guanti e il divieto delle attività di gruppo. «Il futuro sarà online o su appuntamento» dichiara Maurizio Frasconi, direttore di Stadium. «Abbiamo chiuso il 10 marzo perché ci è stato imposto dal decreto, ma eravamo già in grado di garantire il distanziamento di un metro e mezzo. Un danno di circa 500mila euro per noi, se si calcolano tre mesi di fatturato interrotto. Ora speriamo che arrivi presto un decreto che ci autorizzi a ripartire, visto che abbiamo anche il parco estivo con la piscina olimpionica. Soprattutto servono indicazioni certe sulle nuove modalità di lavoro». Già, il danno: circa 60 insegnanti a casa, che comunque continuano ad offrire lezioni online attraverso il gruppo chiuso di Facebook.
L'amministratore della Tonic, Diego Cipiccia, afferma che un periodo di fermo così lungo sta mettendo a dura prova l'organizzazione della struttura, sia dal punto di vista economico, non potendo più contare sugli introiti degli abbonamenti, sia per quanto riguarda il personale che resta a casa. «Abbiamo chiuso il 10 marzo, anche se già ci si stava ragionando, considerato lo scarso afflusso di persone dice Cipiccia stiamo garantendo comunque tre lezioni online al giorno, gratuite, attraverso la nostra pagina Facebook. Per non restare completamente fermi abbiamo approfittato di questo tempo per ristrutturare le docce e fare la sanificazione anche dell'impianto di areazione». Si aspetta che arrivino indicazioni dal Governo. E si spera che arrivino presto.
Per le scuole di danza sarà più complicato pensare di riaprire, perché la danza in qualche modo impone il contatto, che le misure contro il contagio vietano. Matteo Corrado titolare della Boe Art Academy di Terni, ballerino e coreografo da oltre quarant'anni, ritiene che la danza sia una delle discipline che risentirà maggiormente delle regole del distanziamento sociale. «Anzitutto abbiamo chiuso la scuola il 6 marzo, perché la salute dei nostri allievi era la cosa che ci stava più a cuore. E' ovvio che il lockdown ha interrotto un percorso didattico importante, come è scontato che quest'anno non ci saranno saggi né spettacolini». Matteo insegna anche pilates e dance hit a Stadium. «Queste lezioni dice Matteo le sto continuando ad offrire online, mentre la danza non si può insegnare a distanza». «Avevo in programma un evento a Terni per luglio dice Matteo - all'Anfiteatro Romano, un musical scritto da me che avrebbe messo in campo 18 professionisti, ma verrà rimandato a chissà quale data».
Anche Laura Bassetta, della scuola di danza E Uno, sostiene che è difficile fare previsioni: «Si dovrà sperimentare sul campo la soluzione per andare incontro a questa pandemia. Gestire la vicinanza sarà difficile dice Laura - perché l'essenza della danza prevede il contatto».
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