TERNI - «Ho iniziato lo sciopero della fame, non avevo alternative. Lo porterò a termine fino al giorno in cui non ci daranno un alloggio. Se finirò in ospedale qualcuno dovrà pur farsi vivo». Francesco, ternano, per anni ha fatto il cuoco. Ora non può più lavorare perché è affetto da una grave disabilità e, col solo stipendio di sua moglie Claudia e una misera pensione d’invalidità, continuare a pagare 500 euro di affitto al mese è diventata un’impresa insostenibile.
Quattro mesi fa la vicenda di Francesco e Claudia, con tre figli minorenni uno dei quali con disabilità, che da anni tentano invano di ottenere una casa popolare, era stata raccontata dal Messaggero.
Un appello caduto nel vuoto perché da quel giorno la coppia è stata contattata da diverse persone ma la soluzione non è stata ancora trovata.
Era il periodo della campagna elettorale e diversi candidati si erano presi a cuore la vicenda della famiglia, assicurando che una strada si sarebbe potuta trovare.
Ad oggi però nessun passo in avanti, nessun segnale di speranza che possa consentire alla coppia di riconquistare la serenità.
Francesco e Claudia da anni sono in lista d’attesa per una casa popolare. Hanno partecipato a tre bandi dal 2015 in poi. In graduatoria la coppia ternana con tre figli è arrivata sempre tra le prime, ma la casa per loro non si riesce a trovare. La ragione sarebbe legata al fatto che si tratta di una famiglia numerosa e che abitazioni così grandi attualmente non sono disponibili.
«Ogni volta che è uscita la graduatoria ci hanno detto che la casa ci spettava ma che erano a disposizione solo alloggi per massimo tre persone - conferma la coppia ternana - pare non esistano a Terni appartamenti adatti ad ospitare una famiglia così numerosa come la nostra».
Da quando Francesco è stato costretto a smettere il suo lavoro la situazione è diventata insostenibile.
Le spese per sopravvivere, quelle per la scuola dei bambini, le spese mediche oggi sono diventate un ostacolo insormontabile.
«In tanti si sono resi disponibili ma in tutti questi anni nessuno ha deciso di tirarsi su le maniche per aiutare concretamente la nostra famiglia - dice Francesco. Sono tre volte che presentiamo la domanda al Comune.
L’appello di Francesco, che per essere ascoltato ha smesso di mangiare e che è pronto a incatenarsi sotto palazzo Spada, è disperato: «Le promesse non bastano più. Aiutateci».