Terni, i lavori del superbonus rischiano di bloccare in casa anziani e disabili: la battaglia di Silvia Petrillo finisce in procura

Nel condominio di via Donatelli arrivano carabinieri e polizia locale

Terni, i lavori del superbonus rischiano di bloccare in casa anziani e disabili: la battaglia di Silvia Petrillo finisce in procura
di Nicoletta Gigli
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Lunedì 26 Febbraio 2024, 00:45 - Ultimo aggiornamento: 08:08

TERNI - I lavori del superbonus sul palazzo di via Donatelli rischiano di bloccare in casa anziani e disabili.

Sotto accusa la sostituzione dell’ascensore che, senza il contestuale posizionamento di un montascale, avrebbe costretto chi per motivi di salute non può fare le scale a restare prigioniero in casa.

La vicenda è stata presa di petto da una dei condomini che, combattendo da tanti anni con la disabilità, ha fatto intervenire sul posto carabinieri e polizia locale. Dopo i sopralluoghi chiesti da Silvia Dominique Petrillo, che convive con una grave invalidità e ha scelto quella casa per la vicinanza all’ospedale e la presenza dell’ascensore, l’esposto ha preso la strada della procura ternana.

«Non è possibile fare lavori di questo tipo senza pensare a chi combatte con la disabilità - dice Silvia Petrillo. So che tante persone si sono trovate nella stessa situazione che stiamo vivendo nel nostro palazzo ma non tutti hanno la forza di far valere i propri diritti. La mia indignazione - aggiunge - cerca di dar voce a chi subisce decisioni che vengono prese senza tenere conto di chi è invalido e senza pensare che in certe condizioni purtroppo può trovarcisi chiunque».

Una decina di giorni fa era stata posizionata una cabina di ascensore nel bel mezzo del cortile condominiale e Silvia Petrillo ha temuto che i lavori per la sostituzione dell’ascensore sarebbero andati avanti spediti senza pensare che lei e altri condomini sarebbero riamasti a lungo segregati in casa. Si è documentata, ha spulciato le leggi in vigore, non ultima quella che prevede la solidarietà condominiale per il coinvolgimento delle persone con difficoltà di deambulazione. Poi ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine e l’esposto presentato nella caserma dei carabinieri è stato inviato in procura.

«Quel giorno ho contattato la caserma dei carabinieri, la polizia ambientale, un legale civilista e tutti coloro che potevano aiutarci a difendere i nostri sacrosanti diritti. Se il proverbio dice nella vita c’è chi scende e c’è chi sale, bisognerebbe completarlo dicendo che c’è chi non potendo farlo, rischia di rimanere rinchiuso in casa».

La presa di posizione di Silvia deve aver avuto effetto se è vero che la cabina di ascensore, dopo l’arrivo sul posto di carabinieri e polizia locale, è sparita dal cortile. I lavoro del superbonus sono andati avanti ma riguardano il cappotto termico per le terrazze.

La speranza di tutti è che si sia voluto rimandare la sostituzione dell’ascensore al momento in cui al suo posto arriverà un montascale.

«Nonostante i miei problemi ho sempre seguito gli insegnamenti di mia madre - dice Silvia - aiutando tutti coloro che, nel palazzo dove risiedo attualmente, ne hanno avuto necessità. Conosco bene il disagio, la tristezza, l’incertezza, la paura e l’impotenza. Ed è per questo che aiutare il prossimo è stato, è e sarà sempre importante. La diagnosi e la paralisi mi hanno costretta a scegliere fra due strade: soccombere o lottare. Io ho scelto la seconda e continuerò a percorrerla senza alcun timore».

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