Terni, la villa venduta all'asta doveva restare a Franca: i giudici le danno ragione ma non potrà riavere la casa

La donna e sua madre novantenne costrette a vivere in affitto

Terni, la villa venduta all'asta doveva restare a Franca: i giudici le danno ragione ma non potrà riavere la casa
di Nicoletta Gigli
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 00:50 - Ultimo aggiornamento: 14:47

TERNI - La corte d’appello di Perugia conferma la sentenza di primo grado e dà ragione a Franca, che molti anni fa si era vista vendere all’asta la villa di proprietà nelle campagne di Stroncone.

La donna ternana però, nonostante la vittoria ottenuta in due aule di giustizia, non ha strumenti per riavere indietro quello che ha visto sparire, ovvero la villa che suo padre aveva comprato con tanti sacrifici.

Franca è ancora oggi costretta a vivere in una casa in affitto insieme alla mamma, che ha novant’anni. Si è vista vendere all’asta la villa di famiglia sulla base di un procedimento discutibile, che per lungo tempo non si è fermato di fronte alla legge.

La vicenda risale a più di dieci anni fa, quando la banca promosse contro Franca la procedura di espropriazione immobiliare sulla base di un contratto di mutuo fondiario rilasciato in forma esecutiva a favore di un istituto di credito, che, nell’atto di precetto, sostenne di aver rinegoziato con lei il mutuo.

La cessione del titolo da una banca all’altra e la rinegoziazione del mutuo non furono mai prodotti nel fascicolo dell’esecuzione.

L’esecuzione però è andata avanti e purtroppo niente è riuscito a bloccarla.

Mentre le carte sono finite in tribunale, che dopo una serie infinita di udienza ha dato ragione alla donna assistita dall’avvocato Marco Tudisco, Franca ha visto sparire la sua villa che valeva oltre 600mila euro e che fu venduta all’asta, nel marzo 2018 e dopo vari ribassi, per poco più di 200mila euro.

Rimasta senza casa insieme all’anziana madre, la donna non aveva alternative. Era stata costretta a prendere un appartamento in affitto.

Dopo l’appello proposto dalla banca contro la sentenza di primo grado e il provvedimento che dà di nuovo ragione alla donna ternana la situazione non cambia. La casa finita all’asta Franca non potrà mai recuperarla. E questo nonostante le due sentenze favorevoli.

«I danni subiti dalla donna e da sua madre che viveva nella casa familiare non sono quantificabili nella loro grandezza - dice l’avvocato Marco Tudisco, il legale che l’ha assistita nell'infinito iter giudiziario iniziato nel lontano 2012. Auspico che si possa trovare con gli istituti di credito una conciliazione che tenga conto delle legittime pretese risarcitorie delle due donne, per evitare che siano costrette a proporre una nuova causa da milioni di euro».

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