«Altro che no profit sono fascisti»
Esplode la polemica per l'evento
organizzato da Palazzo Spada

Alessandro Gentiletti
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Giovedì 20 Settembre 2018, 16:42 - Ultimo aggiornamento: 16:45
Altro che «realtà no profit», si tratta di associazioni «neofasciste». Il consigliere comunale Alessandro Gentiletti ci va giù duro. Il dito è puntato contro una notizia pubblicata sul sito del Comune di Terni che riguarda una manifestazione che si terrà in Valserra per ripulire i boschi dai rifiuti. Fin qui nulla di grave. A far saltare dalla sedia il consigliere comunale di Senso Civiso sono due nomi "La Foresta" che avanza e "La Muvra". Le associazioni no profit come vengono classificate sul sito del Comune che organizzeranno l'iniziativa con la benedizioni dell'assessore allo sport Elena Proietti. «Si tratta - dichiara l'assessore allo Sport Elena Proietti - di una bella iniziativa che coniuga l'attività fisica con la cura dell'ambiente. Una passeggiata ecologica che vuole dare un contributo alla ripulitura di un tratto di verde di particolare bellezza». Fin qui tutto bene per Gentiletti. Il consigliere comunale, però, non condivide la scelta dei partner, ovvero "La Foresta che avanza" e "La Muvra". 

«Non posso - commenta Gentiletti - non stigmatizzare l'elogio rivolto dal Comune di Terni, per mezzo dell'assessore allo sport Elena Proietti, a due organizzazioni quali "La Foresta che avanza" e "La Muvra".
L'espressione "no profit" con cui vengono definite è, infatti, ambigua.  In realtà - prosegue il consigliere comunale di Senso Civico - è giusto che si sappia che esse risulterebbero vicine a Casa Pound Italia. Ritengo questo ennesimo episodio (dopo quello già noto dell'11 agosto) un inaccettabile tentativo di sdoganare sul piano istituzionale movimenti che non si riconoscono nella Repubblica antifascista. La mia non vuole essere e non è una polemica ideologica o strumentale. L'antifascismo è valore fondante della nostra città, che ha ricevuto la medaglia al valor civile nella lotta di liberazione. Dovere delle istituzioni è tenere fede alla nostra storia e non legittimare sul piano istituzionale organizzazioni come Casa Pound che - conclude Gentiletti - inquinano la dialettica democratica
».

 
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