Stupratore in fuga preso a Gubbio: piantagione di cannabis nella casa in cui si nascondeva

Stupratore in fuga preso a Gubbio: piantagione di cannabis nella casa in cui si nascondeva
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Martedì 12 Dicembre 2023, 07:10
GUBBIO - Lo cercavano dal 15 novembre scorso, Federico Marcelli, 49 anni, l’ex ristoratore pesarese accusato di aver stuprato due sue ex ed evaso dagli arresti domiciliari dopo una doppia condanna cumulativa per 10 anni e 4 mesi. E alla fine lo hanno trovato e catturato. L’uomo è stato arrestato in Umbria nel tardo pomeriggio di domenica e la notizia è stata confermata solo nella giornata di ieri, perché attorno all’indagine portata avanti dai carabinieri del comando di Pesaro c’è ancora massimo riserbo. 
A quanto si è appreso si stava nascondendo nelle campagne nella zona di Gubbio. In un’abitazione privata nella quale sarebbe stata trovata dai carabinieri (hanno collaborato anche i militari eugubini) anche una piantagione di cannabis. Non si ancora se in queste settimane da fuggiasco l’uomo sia stato aiutato o meno da qualcuno. Non si esclude la possibilità che possa essere stato aiutato da qualcuno che vive proprio nella zona dove è stato ripreso e arrestato.
Una cosa è certa: il 49enne non è mai andato troppo lontano da Pesaro preferendo darsi alla macchia nell’Appennino. Più di due settimane fa, per una giornata intera, i carabinieri avevano passato al setaccio la zona del monte Nerone, in particolare le località gravitanti attorno ad Apecchio, Cagli, Cantiano, Serravalle di Carda, Pianello e Acquapartita. L’uomo era evaso quasi un mese fa dalla casa della madre, a Chiusa di Ginestreto, dove scontava, con obbligo di indossare il braccialetto elettronico, i domiciliari come misura cautelare per le due condanne ricevute per le accuse di violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti. Una di queste è stata confermata proprio pochi giorni fa in Cassazione, diventando definitiva a 4 anni e 4 mesi. L’altra è stata confermata in appello a 6 anni. 
C’è anche una terza vittima, per un fatto di lesioni, per cui deve essere ancora giudicato. Era riuscito a spezzare il braccialetto elettronico e ad allontanarsi in auto. La sua evasione e la successiva latitanza avevano destato un forte allarme sociale, soprattutto per le due sue ex compagne, una delle quali è ancora ospite di una struttura protetta per evitare i contatti con lui. 
Da una di loro aveva avuto un figlio, poi l’interruzione di una seconda gravidanza. Lui la minacciava: «Se lo dici a qualcuno ti violento, ti ammazzo e sotterro il cadavere. Sono stato in Somalia, non avrei problemi a farlo». 
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