«Soldi, vacanze in Ungheria e cene»: Perugia, medico dell'ospedale e imprenditore a processo per corruzione

«Soldi, vacanze in Ungheria e cene»: Perugia, medico dell'ospedale e imprenditore a processo per corruzione
di Enzo Beretta
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Domenica 23 Luglio 2023, 18:32

PERUGIA - Il giudice per l’udienza preliminare Piercarlo Frabotta ha rinviato a giudizio con l’accusa di corruzione un medico chirurgo di 75 anni, già direttore di un reparto dell’ospedale di Perugia, e un imprenditore del settore farmaceutico di 52 anni. Il primo viene ritenuto responsabile di aver ricevuto «somme di denaro ed altre utilità» tra il 2013 e il 2018. Si fa riferimento anche a una «vacanza in Ungheria della famiglia del medico dal 7 al 12 agosto 2015, durante la quale l’imprenditore provvedeva al pagamento di pranzi, cene, ingressi a terme e musei, e di un alloggio per una notte». Nella ricostruzione della Procura di Perugia parte dei soldi ricevuti sono stati destinati all’iscrizione e all’organizzazione di convegni. Il chirurgo viene ritenuto responsabile dal pubblico ministero Mario Formisano di aver compiuto «atti contrari ai doveri d’ufficio» anche per il fatto di essersi rivolto «costantemente» all’imprenditore (difeso dall’avvocato Francesco Falcinelli) per acquistare materiale operatorio, farmaci e presidi medici per un ammontare complessivo di oltre 35 mila euro.

Le attenzioni degli investigatori si sono concentrate anche su altri acquisti. Il medico - si legge nelle carte della Procura - «sollecitava l’acquisto di materiale laparoscopico per 26 mila euro benché interventi in laparoscopia non potessero essere eseguiti presso l’ospedale di Assisi». Tra le «somme di denaro ed altre utilità» ricevute dal chirurgo, insieme alle quote di iscrizione e ai pagamenti per l’organizzazione dei convegni (tremila euro, all’incirca) si legge di 3.200 euro «giustificati come contributo» e di altri mille euro in contanti.

L’anziano chirurgo - difesi dagli avvocati Ettore Granci e Mattia Maso - viene inoltre ritenuto responsabile di aver «falsamente attestato la propria presenza in servizio mediante modalità fraudolente, consistite nel presentare all’Ufficio personale dell’ospedale tabulati attestanti reperibilità mai effettuate o modificate ad arte, in alcuni casi - prosegue la Procura - sottratte con l’abuso dei suoi poteri alla struttura, percependo così indebitamente 349 reperibilità per un totale complessivo di 7.200 euro». «A partire dal 1° gennaio fino al 31 maggio 2017 si segnava negli specchi delle reperibilità di ogni mese - è la richiesta di rinvio a giudizio - sia preventivi che i consuntivi, come secondo reperibile nell'arco notturno di ogni martedì, mercoledì e giovedì; tuttavia, pur segnandosi come medico secondo reperibile, imponeva di fatto ai propri colleghi, in caso di necessità, di essere sostituito con un altro medico, solitamente quello reperibile nel pomeriggio di quella stessa giornata».

E ancora: «Prima di inviare alla direzione dell'ospedale gli specchi definitivi di reperibilità, modificava i file Excel dei turni di reperibilità provvisori, cancellando i nominativi dei medici che quel giorno erano stati segnati come secondo reperibile e inserendovi il proprio nominativo.

In particolare, pur non risultando reperibile, nei relativi specchi preventivi in nessun turno e per tutto il mese, negli specchi consuntivi del mese di febbraio 2017, si segnalava riferibile» nove giorni del 2017 «sottraendo la reperibilità» ai colleghi.

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