Virus e scuola, l'ipotesi di tornare in classe
il 7 gennaio in presenza al 50 per cento

Virus e scuola, l'ipotesi di tornare in classe il 7 gennaio in presenza al 50 per cento
di Remo Gasperini
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Mercoledì 23 Dicembre 2020, 08:45

PERUGIA Il rientro delle scuole superiori “tutti in presenza” del 7 gennaio non è più una certezza. Tra necessità di verifiche sul fronte dei contagi dopo le feste, soprattutto dopo lo shopping, le determinazioni sull’accesso degli studenti ai tamponi rapidi e le posizioni variegate delle Regioni c’è ancora da riflettere e spuntano ipotesi di apertura al 18 gennaio e uno spostamento della chiusura dell’anno scolastico al 30 giugno. Per questo motivi non si è tenuta la riunione conclusiva del Tavolo di coordinamento presieduto dal Prefetto Armando Gradone. «Tutto rinviato a dopo la conferenza Stato Regioni – ha detto l’assessore Melasecche - che definirà una linea comune di tutte le regioni nei confronti del Governo». Tra le altre sta prendendo corpo l’ipotesi di un rientro delle Superiori al 50% e non al 75%, cosa che in Umbria significherebbe ripristinare la situazione varata il 21 ottobre poi superata dall’ordinanza del 3 novembre che ha mandato in Dad al 100% medie e superiori. In ogni caso sul tavolo della Tesei rimangono tutte le osservazioni avanzate dal mondo della scuola sulle criticità dell’ingresso scaglionato con orario scolastico 8-13 e 10-15. Nel dettaglio i Presidi ritengono impossibile riformulare gli orari interni delle scuole nel rispetto delle soglie curriculari di Licei, Istituti Tecnici, Istituti Professionali che hanno un range che va dalle 27 alle 36 ore settimanali. Per gli allievi con disabilità – dicono - risulterebbe impossibile garantire un servizio adeguato per la mancanza di assistenti delle cooperative private che supportano i docenti di sostegno. E ancora viene sottolineata l’impossibilità di garantire il consumo del pasto agli studenti che escono alle 15. Sul fronte trasporti secondo i DS il doppio turno provocherebbe, nelle scuole di confine, problemi agli studenti che arrivano da fuori regione e sono quindi sottoposti a una organizzazione di trasporti diversa. Infine i dirigenti scolastici hanno evidenziato la «serissima difficoltà nel garantire la pulizia e l’igienizzazione dei locali». Queste criticità sono state condivise anche dal sindacato degli studenti “Rete Studenti Medi Umbria” che ritenendo «non praticabile» la soluzione dello scaglionamento nelle due fasce orarie chiedono che venga garantita la «possibilità di rientro degli studenti a orari invariati, con idonee condizioni di sicurezza, con controlli dedicati anti-assembramento alle fermate dei bus e un potenziamento del sistema sanitario locale, a cominciare dalla capacità di tracciamento dei contagi». 

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