Regione, 3 milioni spesi
per premi e indennità dei dirigenti

Il badge della Regione
di Federico Fabrizi
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Lunedì 18 Novembre 2013, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 13:40
PERUGIA - Uno ogni quattro fa il “capetto”. In Regione, un dipendente ogni quattro viene pagato - un quid in pi da sommare allo stipendio - per organizzare un certo lavoro, anche quello dei colleghi. Si chiamano

“posizioni organizzative” e valgono dai 6 ai 12mila euro l'anno di indennit.

Ben inteso: non sono dirigenti, stanno un gradino sotto. Passeggiando nei corridoi della Regione è facile incontrare una posizione organizzativa, perché ce ne sono 280 su mille dipendenti. Calcolando una media di 8mila euro l'anno a posizione - «ma ti assicuro che se vedi le buste paga sono di più», racconta un dipendente - fanno 2milioni e 200mila euro l'anno che pesano sul bilancio della Giunta regionale. Poi ci sono i direttori, un quasi-direttore, i coordinatori e un supermanager nominato da Catiuscia Marini “per fare acquisti parsimoniosi” nel settore più grosso del bilancio della Regione: la sanità. L'assessore al personale Vincenzo Riommi ha cominciato a mettere un po' d'ordine, ma resistono costi da capogiro.



Nei giorni scorsi lo aveva detto anche il segretario del Pd Epifani: «Tra i dirigenti pubblici, alcune retribuzioni non si giustificano per la loro dimensione esagerata».

In Regione funziona così: il nuovo assetto varato dall'assessore Riommi (nella foto) prevede 3 direttori, un quasi-direttore - addetto a “organizzazione, riforma della pubblica amministrazione e innovazione tecnologica” - e 4 coordinatori. I primi saltano i 100mila euro l'anno, gli altri ci vanno molto vicino. Oltre allo stipendio e all'indennità per il ruolo che occupano, ricevono un “premio” di risultato: dai 10 ai 15mila euro l'anno. Cifre simili anche per il manager scelto dalla governatrice Marini per dirigere la centrale unica di acquisti di beni e servizi della sanità: per risparmiare insomma. Lui però non pesa sui costi della Giunta regionale, ma sul bilancio della sanità umbra. A conti fatti nove big costano, solo di premi, oltre 100mila euro.



«Condividiamo il processo di riorganizzazione - dice Ubaldo Pascolini (Cisl) - ora sarà necessario scendere anche alle posizioni organizzative: bisogna produrre efficienza ed eliminare ogni situazione di spreco dovuta ad assetti non più funzionali».

Dopo la cura Riommi, sono rimasti 65 dirigenti. La riforma ha tagliato alcuni “posti”: ruoli vacanti o occupati ad interim, che costavano un bel po', quasi un milione. «Bene l'alleggerimento - rimarca Vanda Scarpelli (Cgil) - ma occorre intervenire su tutto il comparto: ci sono spazi vuoti che creano aspettative e confusione e soprattutto ci sono 40 precari, alcuni da tantissimo tempo».



I 65 dirigenti della Regione guadagnano circa 80mila euro l'anno, per loro la parte di premio balla intorno a quota 10mila.Quindi in tutto 650mila euro. Dunque, ricapitolando: 2 milioni e 200mila euro per le indennità di 280 “organizzatori”, oltre 100mila euro di bonus per nove direttori e 650mila euro per premiare i 65 dirigenti, totale 3 milioni. Tanto per avere un'idea: oggi la maggioranza litigherà sulla manovra dell'addizionale Irpef. Portando l'aliquota dallo 0,2 allo 0,5 per cento per i redditi alti, la Giunta Marini incasserebbe 400mila euro di bonus. La proposta più dura, targata Rifondazione, punta ad alzare ancora di più l'aliquota e ricavare un tesoretto («da usare per l'emergenza casa e aiutare le fasce più deboli») da un milione e mezzo, la metà esatta di 3 milioni.
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