Prezzi, senza tregua i rincari degli alimentari

A settembre solo un lieve calo per l'inflazione che resta al 6%, ma per il carrello della spesa gli aumenti superano il 10%. Olio, riso, zucchero e patate: Terni più cara di Perugia

In Umbria, la spesa quotidiana è tra le più care d'Italia
di Fabio Nucci
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Martedì 17 Ottobre 2023, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 11:00

PERUGIA - Vista dai carrelli della spesa, l’inflazione non sembra aver cambiato regime col dato annuale che a livello regionale si attesta ancora intorno al 6% contro il 5,3% nazionale. C’è comunque un rallentamento con Perugia che per la prima volta dopo un anno e mezzo è uscita dalla top 10 delle città più care d’Italia: ora è tredicesima ma i rincari fin qui accumulati, per una famiglia media secondo l’elaborazione dell’Unione nazionale consumatori (Unc), valgono 1.378 euro, 50 in più rispetto a Terni. «Anche questo mese gli aumenti più significativi si sono registrati nel carrello della spesa», si osserva dall’Ufficio statistica di Palazzo Spada. Da record gli aumenti alimentari, a partire da zucchero, olio d’oliva e patate che rispetto a settembre 2022 hanno subito rincari tra il 30 e il 50 per cento.

IL PESO DEI RINCARI

I dati territoriali resi noti dall’Istat hanno reso possibile il consueto confronto su scala nazionale con l’Unc che ha stilato la classifica dei capoluoghi di provincia in base alla spesa aggiuntiva che una famiglia media ha subito a causa dei rincari. A Perugia è stato rilevato un tiepido raffreddamento della dinamica dei prezzi, col tasso di inflazione annuo passato in un mese dal 6,1 al 6%, mentre a livello mensile a settembre l’indice è tornato in terreno negativo (-0,2%). Situazione diversa a Terni dove il tasso tendenziale è passato dal 5,6 al 5,8 e quello congiunturale è fermo allo 0,3%, con ancora ritocchi mensili ai listini dei prodotti di largo consumo. A partire dagli alimentari, comparto nel quale le tensioni sui prezzi restano elevate, cresciuti del 10% a Terni, del 9,5% a Perugia. Ciononostante, il differenziale di spesa annua dovuto agli aumenti resta più ampio nel capoluogo di regione, avendo raggiunto 1.378 euro, cifra che vale la tredicesima posizione in Italia, tra Cuneo e Livorno, in discesa rispetto ad agosto (nona posizione, sesta a luglio).

Nella città dell’acciaio i rincari hanno determinato un costo aggiuntivo di 1.332 euro che vale il ventesimo posto, tra Novara e Bergamo. Entrambe le città si posizionano ben oltre la media nazionale, pari a 1.152 euro.

I PRODOTTI PIÙ CARI

Andando ad analizzare le singole voci rilevate dagli uffici statistica dei due comuni capoluogo dell’Umbria non mancano sorprese e conferme. Il record regionale spetta a Terni dove zucchero e olio d’oliva segnano la percentuale più alta: rispetto a settembre 2022 i due prodotti costano il 52,6 e il 42,4% in più. Il poco gratificante podio è completato dalle patate il cui prezzo è salito del 28,2%. A Perugia, considerando una rilevazione più capillare delle singole voci che compongono i capitoli di spesa, a guidare la top 20 dei rincari sono i voli nazionali le cui tariffe sono salite del 41,7%: a seguire, con il +40,5 e il +39 per cento, ci sono anche qui olio d’oliva e zucchero, con le patate che seguono a ruota con un +34,4%. Una conferma del caro scuola più volte segnalato dalle associazioni dei consumatori umbre arriva da tale rilevazione che pone tra gli articoli più rincarati, proprio quelli di cartoleria che a settembre, in corrispondenza col ritorno sui banchi, hanno segnato un aumento del 15,2% a Perugia e del 7,9% a Terni. Tra i carburanti, invece, spicca la benzina che resta più cara nella città dell’acciaio dove il prezzo è salito del 15,3% (14,1%). Tra i servizi, le famiglie perugine stanno facendo i conti con rincari che hanno interessato anche la riparazione di mobili e parquet (+15,7%), le vacanze nazionali (+19,2%), la rc auto le cui polizze in un mese sono cresciute di 2 punti percentuali, dal +9,1 all’11,2 per cento. Più cari anche gli idraulici, le cui tariffe, stando alle rilevazioni del Comune di Perugia, sono salite del 13,9%.

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