Il futuro della cultura
e il ruggito di Bracco

Il futuro della cultura e il ruggito di Bracco
di Italo Carmignani
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Venerdì 5 Settembre 2014, 13:28 - Ultimo aggiornamento: 17:34
PERUGIA - ​Come l'ultimo dei mohicani al primo miglio della riserva indiana, cos l'assessore Bracco (nella foto) piazza la sua bandierina alla frontiera culturale con la ferma convinzione di avere dietro di s il mondo di Holden invece del deserto dei tartari.

Da decidere c'è quale peso dare alla domanda dei cittadini di teatro, musica e danza dopo il decreto Franceschini, sintesi brutale (ma più applicabile) dei decreti Bray, quanto dare un futuro (o meno) al Teatro Stabile. L'altra sera c'ha provato il Pd (officiava Mariuccini) cercando la quadra a quello spartiacque che vuole intanto unite tutte le arti sotto la voce spettacoli dal vivo (Bray li aveva divisi per quattro) e che per la prima volta assegna la serie A e la serie B in base alle cifre (numero dei posti, repliche, attività all'estero) e nello stesso modo misura i finanziamenti. Un esempio a caso per capire: se il Teatro Stabile vuole andare in serie A (teatri d'interesse nazionale) deve prima avere i numeri, ma anche la sicurezza che la Regione metta la metà del fabbisogno (se i milioni sono quattro in tutto, due ne deve mettere palazzo Donini). Altrimenti c'è la serie B (teatri d'interesse culturale), sempre numeri da rispettare e il 40 per cento a carico comunque della Regione. Per la prima volta la cultura parla di soldi (da queste colonne se ne discute da tempo) senza la fissazione di sporcarsi le mani. Con la ferma vocazione all'infinito assistenzialpubblica, Bracco invece ha già parlato di lobby dei grandi teatri italiani, di stravolgimento dei decreti Bray, d'ingiustizia e ha deciso di non far parte delle partite di serie A mettendo comunque il muso. Quindi serie B, ma per dispetto e senza chiedersi mai cosa abbia fatto la politica culturale umbra per meritare più, senza mai mettere in discussione lo scellerato vizio dei fondi dati a spargimento o solo ai fedeli (di corrente, neanche di partito), senza mai riconoscere di avere calibrato l'offerta principalmente per il consenso, senza avere creato posti di lavoro attraverso le produzioni e senza rispettare l'indispensabile rigore voluto da un ministro suo compagno di partito. L'altra sera i piccoli dei teatri hanno salutato Franceschini con l'ottimismo della misura («mettiamoci tutti insieme»). Dopo anni di mormorio concavo, Bracco l'altra sera ha lanciato il suo primo violento l'acuto. Senza accorgersi della fine del concerto.