Perugia, contamina l'acqua di una dottoressa dell'hospice: infermiera indagata e sospesa dal servizio

Dissapori sul lavoro, versa sostanza nella bottiglietta. Indagine del Nas

Un controllo dei carabinieri del Nas
di Walter Rodoni
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Domenica 1 Ottobre 2023, 08:39

Un comportamento a metà fra lo stalkeraggio e le molestie sul posto di lavoro, ricorrendo ad una bottiglia d’acqua contaminata. Presunta responsabile un’operatrice sanitaria dell’equipe che gestisce “La casa nel parco”, l’hospice centro residenziale cure palliative al Parco Margherita. L’ex padiglione “Zurli” di via del Giochetto a Perugia. Sarebbe stata una professionista in servizio nella struttura a nutrire qualche sospetto dopo avere bevuto un sorso ed avvertito un sapore strano e sgradevole. Ma la lampadina del sospetto dovrebbe essersi accesa dopo che quella sensazione d’amaro l’ha percepita più volte. Da gennaio al 20 settembre scorso, il periodo non a caso messo sotto la lente dagli investigatori del Nas dei carabinieri, coordinati dalla procura della repubblica guidata da Raffaele Cantone. Il sistema di video sorveglianza interno alla struttura avrebbe incastrato un’operatrice sanitaria, ascoltata nei giorni scorsi alla presenza del suo legale. Di fronte agli uomini del maggiore Sergio Riccardi avrebbe fatto parziali ammissioni e fornito una propria versione dell’accaduto. Risulterebbe indagata, sospesa dal servizio da parte della Usl Umbria 1 che avrebbe avviato un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Intanto, dalle maglie dello strettissimo riserbo che circonda la vicenda trapela di diverse segnalazioni sui comportamenti della donna inoltrate nel tempo alla direzione aziendale. Al momento comunque, non risulterebbero provvedimenti o decisioni di alcun genere. Nonostante ciò, i dettagli emersi sembrano portare alla luce del sole rapporti non sempre sereni all’interno della struttura di via del Giochetto senza per altro intaccare l’altissimo livello dell’assistenza agli ospiti. Intanto, il magistrato titolare del fascicolo avrebbe nominato un perito per accertare il tipo e la quantità di sostanza messa nell’acqua, rendendola disgustosa al palato, senza provocare malori o conseguenze fisiche alla professionista che l’ha ingoiata. L’esito delle analisi chimiche darà al pm l’input per rubricare il reato eventualmente commesso dall’operatrice socio sanitaria. L’hospice “Casa nel parco” è un complesso residenziale che ha caratteristiche simili ad una casa, rappresenta un’offerta socio-sanitaria con bassa tecnologia, ma elevata intensità assistenziale, umana e competenza specifica.

Si pone come alternativa all’abitazione della persona ogni qualvolta vi siano situazioni non più gestibili a domicilio, si tratti di sintomi non controllati o di esigenze di altro genere come quelle di un paziente monofamiliare. Nell’ambito delle molestie e sevizie sul posto di lavoro è collocabile il precedente, ancor più inquietante, che portò in tribunale un uomo ed una donna per i quali scattò il licenziamento. La vittima, una giovane poco più che maggiorenne, denunciò di essere stata legata ai braccioli di una sedia da ufficio, del tipo con le rotelle, portata in giro in quelle condizioni, pesata sulla bilancia da pacchi, insultata e palpeggiata. Angherie messe in atto sotto la minaccia della perdita del posto, millantando una profonda amicizia con la proprietà, prospettando punizioni o benefici a seconda della reazione della ragazza presa di mira. Ma dopo un anno, grazie alla collaborazione dei colleghi, lei ebbe la forza di denunciare. Gli imputati respinsero le accuse, affermarono di episodi mai avvenuti o male interpretati. Situazione al limite, senza dubbio, in un contesto dove i numeri non conteggiano chi non ha il coraggio di parlare. In base ai dati forniti di recente dal procuratore generale Sergio Sottani, da giugno 2022 a luglio 2023 per i reati da Codice Rosso (stalking, atti persecutori e maltrattamenti fra le mura domestiche) sono state chieste ed ottenute 487 misure cautelari. Più di una al giorno. La procura di Perugia ne ha ottenute 297, custodiali e non, vale a dire custodia in carcere, arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico, obbligo di dimora, divieto di avvicinamento. Nel dettaglio, emesse 31 custodie cautelari in carcere, 2 custodie in luoghi di cura, 52 arresti domiciliari, 10 domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. La procura di Terni ha chiesto ed ottenuto 126 provvedimenti cautelari personali, di cui 44 custodiali e 4 misure di sicurezza. Sono 64, infine, i dispositivi emessi dalla procura di Spoleto, dei quali 11 in carcere e 41 non custodiali

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