«Paga o mostro a tua moglie i messaggi con le escort». Professionista minacciato per migliaia di euro

«Paga o mostro a tua moglie i messaggi con le escort». Professionista minacciato per migliaia di euro
di Egle Priolo
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Giovedì 4 Gennaio 2024, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 08:36

PERUGIA - La minaccia e il ricatto corrono in Rete. E spesso l'estorsione è a luci rosse, con vittime ricattate per scambi hard, che siano veri o solo accennati. Un fenomeno trasversale, che in Umbria – secondo i dati forniti dal Centro operativo sicurezza cibernetica di Perugia e dalla polizia postale dell'Umbria – ha creato problemi e preoccupazione sia a uomini che donne, oltre che addirittura a un minorenne.

Il caso forse più emblematico di questi ricatti a sfondo sessuale è quello subito da un professionista perugino, vittima di un'estorsione in quanto utente di un sito di incontri. Prima minacciato e poi costretto a pagare migliaia di euro per evitare le pesanti conseguenze paventate da un gruppo di sedicenti sfruttatori.
L'uomo ha raccontato alla polizia – le indagini sono state svolte dalla squadra mobile insieme al personale del Cosc della Postale – come, dopo aver contattato delle ragazze su un sito di incontri, fosse stato minacciato da soggetti sconosciuti. Che hanno iniziato a promettere «mali ingiusti a lui e ai familiari». Minacce di danni fisici ma anche l'ipotesi di far vedere alla propria famiglia quelle chat e quei tentativi di approccio. Talmente credibili e preoccupanti, le minacce, che l'uomo è stato costretto a pagare – a più riprese – un importo complessivo superiore a 3000 euro. Almeno fino alla denuncia. Da qui, sono partite le indagini e dagli approfondimenti investigativi è emerso come il modus operandi dei ricattatori - operanti sull’intero territorio nazionale - è sempre stato lo stesso: «dopo essersi presentati come “gestori” di alcune ragazze presenti sui siti d’incontri – spiega la PolPosta -, hanno inviato ai fruitori, tramite applicativi di messaggistica istantanea, una serie di minacce con la scusa di aver fatto perdere del tempo – e quindi degli introiti – alle “loro” ragazze, denaro che avrebbe dovuto essere necessariamente ristorato dalle vittime per evitare il concretizzarsi delle minacce».

Gli investigatori della squadra mobile e della polizia postale perugina, a questo punto, hanno incrociato migliaia di dati, tra tabulati telefonici e file di log, che hanno portato all’individuazione di sei persone, che potrebbero avere un diretto coinvolgimento nella vicenda.

Così la procura della Repubblica di Perugia ha emesso sei decreti di perquisizione personale, locale ed informatica, nei confronti di altrettanti cittadini di nazionalità straniera, ma residenti in Italia, indagati per i reati di estorsione e minacce in danno di alcuni utenti di siti di incontri. Le indagini hanno portato fino a Genova, dove le perquisizioni sono state coordinate dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e sono state effettuate con il Centro operativo per la sicurezza cibernetica – polizia postale e delle comunicazioni Liguria e con la squadra mobile di Genova. I poliziotti hanno anche sequestrato numerosi supporti informatici che saranno oggetto di specifici accertamenti tecnici, per verificare l'esistenza o meno di un gruppo che fa affari sulle paure della gente.
Per un fenomeno, quello dei ricatti sessuali, che non aumenta ma non accenna a diminuire nemmeno in Umbria. In base ai dati resi noti in questi giorni dalla polizia postale, infatti, nel 2023 è stato registrato un solo caso di sextortion (letteralmente, minaccia sessuale) in danno di un minorenne nella provincia di Terni, mentre nel 2022, in tutta la regione, non era presente alcun caso che vedeva coinvolti ragazzi minore di 18 anni. E il numero delle denunce, appunto, resta invariato tra il 2022 e il 2023, quando nella provincia di Perugia la Postale ha lavorato sui casi di 19 persone maggiorenni (15 uomini ma anche 4 donne) e sui due fascicoli aperti nel Ternano dopo le denunce di altre due donne. Quasi due casi al mese in tutta la regione, ma considerando solo le denunce che arrivano, rispetto a un sottobosco che certamente esiste di chi paga e soggiace alle richieste per evitare vergogna o guai in famiglia.

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