Merli: «Mai così tanti controlli a Fontivegge, ma no agli espropri». I residenti: «Attenti a quei palazzi, i balordi sono tornati»

Uno degli sgomberi a Fontivegge
di Egle Priolo
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Mercoledì 4 Gennaio 2023, 06:55

PERUGIA - «I numeri dei controlli a Fontivegge? Mai fatti così tanti. E tanti appartamenti sono stati restituiti ai proprietari». Luca Merli, assessore alla Sicurezza del Comune di Perugia, traccia un bilancio del lavoro che, tra uffici e personale della polizia locale, è stato fatto negli ultimi mesi nella zona della stazione, croce e poca delizia del capoluogo di regione, biglietto da visita di una città che ci ha puntato negli anni dell'espansione edilizia per poi trovarsi purtroppo troppo spesso in una condizione di degrado e scarsa vivibilità. I problemi del quartiere sono quasi endemici da oltre venti anni, le ordinanze “ad personam” per Fontivegge sono state firmate da tutte le giunte cittadine, segno di una cicatrice da provare a rimarginare certo, ma anche dell'attenzione che non vuole (e deve) calare, da parte dei cittadini come delle forze dell'ordine e delle istituzioni.

E Merli, volto e giacchetto parecchio di casa tra via D'Andreotto e via del Macello, ha buon gioco a sottolineare l'impegno dell'amministrazione e suo personale per il quartiere: impegno riconosciuto – ed è tanta roba – dai caparbi componenti di Progetto Fontivegge che da anni si battono per la vivibilità della vasta area intorno alla stazione, tra segnalazioni, provocazioni, polemiche e pungoli. Anche, spesso, contro altri residenti che a tutto questo movimento preferirebbero il silenzio e i riflettori spenti, per non acuire i disagi, soprattutto legati alla perdita di valore di investimenti fatti quando comprare a Fontivegge era considerato un buon affare.
Ma davanti a case occupate, palazzi abbandonati diventati covi della droga, latitanti nascosti nei casotti dei cantieri e quel via vai di balordi che fanno respirare insicurezza in mezzo, invece, a tanti lavoratori e tante famiglie perbene, le segnalazioni delle situazioni critiche assumono l'importanza dei rami malati da recidere, per non infettare il resto dell'albero che invece vorrebbe crescere rigoglioso. «I controlli a tappeto non si possono fare – ragiona infatti l'assessore Merli -. Con la polizia locale li intensifichiamo dove hanno senso, in base alle indagini e all'attività di polizia. Ecco perché anche la collaborazione dei cittadini che ci segnalano i problemi è davvero decisiva».
Insomma, la macchina che funziona sembra essere questa: i residenti non si girano dall'altra parte, segnalano e le istituzioni intervengono. È così che hanno preso corpo i blitz e gli sgomberi che per esempio hanno interessato Fontivegge negli ultimi mesi del 2022: via Oddi Sforza, via Fonti di Veggio, l'ex Gesenu, via della Ferrovia.

Con palazzi, cantieri e terreni in cui il via vai di spacciatori e tossici non ha lasciato indifferente chi da anni si muove per poter tornare con tranquillità a casa propria: i cittadini hanno segnalato e sono arrivati i controlli e gli sgomberi. Basta? Proprio ieri, da queste colonne, Giulietto Albioni e Andrea Fais di Progetto Fontivegge hanno chiesto all'amministrazione di «fare pressione sui proprietari di tutte queste aree per una soluzione definitiva: rigenerazione/ricostruzione o esproprio per inosservanza degli obblighi». E l'assessore Merli, dopo aver incassato i ringraziamenti del comitato e ricordato ai proprietari degli edifici nel mirino degli obblighi di «pulizia e sanificazione del luogo e la messa in sicurezza di tutto lo stabile al fine di evitare ulteriori intrusioni», rammenta però come «non è possibile confiscare o togliere la proprietà». Previste solo «sanzioni correlate», quindi, davanti a un percorso di espropriazione che in effetti sarebbe oltremodo lungo, complicato e soprattutto dispendioso. Meglio, allora, intensificare come annunciato i controlli, «aumentando la stretta – conclude Merli – anche grazie al rapporto con le agenzie immobiliari e gli amministratori di condominio per avere un miglior quadro di cosa succeda in alcuni stabili». A partire, magari, da quelli che secondo Radio Fontivegge sono stati liberati con grande soddisfazione dei vicini, ma non chiusi adeguatamente dai proprietari: le palizzate di legno sono sempre facili da scavalcare se si ha voglia di fare affari loschi lontani dagli sguardi dei residenti impiccioni.

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