Medico alla sbarra a Perugia per maltrattamenti
contro la collega ex fidanzata

Medico alla sbarra a Perugia per maltrattamenti contro la collega ex fidanzata
di Enzo Beretta
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Giovedì 28 Luglio 2022, 05:04 - Ultimo aggiornamento: 08:43

Una relazione sentimentale, nella seconda parte, più simile a un inferno che a un rapporto di coppia. È quella che ha raccontato al giudice monocratico Sonia Grassi una dottoressa umbra parlando del periodo vissuto con il suo ex compagno, un medico di base di 31 anni, originario di Perugia, ora sotto processo con l’accusa di maltrattamenti. L’iniziale provvedimento inflitto dal gip che vietava all’uomo di avvicinarla è stato violato e perciò, qualche mese fa, nel settembre 2021, l’indagato era finito agli arresti domiciliari. Ieri, contro di lui, si è aperto il processo che lo vede nel ruolo di imputato, l’istruttoria è iniziata con la testimonianza più importante, vale a dire quella della dona che ha deciso di costituirsi parte civile. È durata oltre un’ora, per qualche istante il processo è stato interrotto perché, ripercorrendo i fatti, lei si è emozionata e si è messa a piangere. «Il giorno in cui ho abortito il mio ex fidanzato mi ha chiesto di fermarmi a comprare marijuana da uno spacciatore. Diceva di averne bisogno. Nell’ultimo periodo la nostra relazione è stata un’inferno, mi maltrattava in continuazione e mi metteva le mani addosso, mi ha preso a schiaffi e a pugni sulla bocca dello stomaco, mi ha stretto le dita intorno al collo, mi ha sferrato calci, diceva che mi avrebbe fatto ammazzare dagli albanesi e minacciava i componenti della mia famiglia anche via sms». La persona offesa ha aggiunto che «quando andava in escandescenza gridava 'Vi uccido tutti se chiamate i carabinieri’. Una volta, durante un’aggressione, voleva tirarmi contro una cassa musicale Bose, un'altra volta ancora mi ha tirato per i piedi ed è intervenuta perfino la mia anziana nonna che, poveretta, è sorda, ma in quel momento si è accorta che qualcosa non andav». La testimone ha spiegato di essere stata molto innamorata del medico: «Anzi, lo amavo proprio, il sentimento che provavo però è finito quando ero incinta e mi ha confessato che non voleva più il bambino. Figuriamoci, pensava a fumare le canne...». L’imputato è difeso dagli avvocati Nicola Di Mario e Michele Nannarone.

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