Perugia: massaggi a luci rosse, 400 clienti ogni mese in via Mario Angeloni. «Affari anche in pieno lockdown»

Perugia: massaggi a luci rosse, 400 clienti ogni mese in via Mario Angeloni. «Affari anche in pieno lockdown»
di Egle Priolo
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Domenica 2 Ottobre 2022, 20:06

PERUGIA - «Quando finisci il lavoro, mandami un messaggio in cinese, ma non è necessario scrivere in modo molto chiaro, tipo s’è 50 scrivi “Wu” (ndr. significa “cinque” euro), s’è 100, scrivi “BAI” (ndr. significa “cento” euro) è sufficiente così! Bene... poi da noi non esiste la mancia, pagano quello che fai». E ancora: «Per quanto riguarda la retribuzione,, su questo non ti devi preoccupare e soprattutto dipende tutto da come lavori. Per esempio la persona che finora ha lavorato per me è riuscita a guadagnare perfino 6 (ndr 6000 euro). Hai capito? Tutto dipende da te». Questo, il tenore di una delle tante istruzioni date alle donne cinesi negli undici centri massaggio sequestrati dai carabinieri di Assisi, sotto il coordinamento della procura, a Perugia, Bastia, Foligno, Assisi (e in altre province italiane) e finite nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari e reali firmate dal giudice per le indagini preliminari, Natalia Giubilei, nei confronti di 22 persone (quasi tutte cinesi) di cui nove sono state arrestate.

Istruzioni molto chiare, valide per tutte le ragazze passate in quei centro massaggio che per investigatori e inquirenti erano a tutti gli effetti luoghi di sesso a pagamento e di sfruttamento della prostituzione. Come quello di via Mario Angeloni, che da venerdì (come si vede nella foto a centro pagina) è chiuso con sigilli e tanto di cartello dei carabinieri in cui è scritto come il locale sia «sottoposto a sequestro preventivo».
In quel centro massaggi, lungo la strada e in mezzo a tanti appartamenti, uffici e attività commerciali, il sospetto è che i trattamenti erotici mascherati da massaggi vadano avanti dal 2017, da quando cioè è stato stipulato il primo contratto. Un via vai impressionante di clienti se si considera che, carte alla mano, l’introito mensile in media era di oltre settemila euro (e non è tra quelli che incassavano di più visto che alcuni, secondo quanto ricostruito nell’ordinanza, arrivavano anche sopra i 20mila euro per un giro d’affari complessivo in media di 160mila euro al mese) ma se si tengono presenti anche «il flusso di clienti» del centro benessere attraverso i tabulati telefonici.
Ebbene, gli investigatori rilevano un continuo «elevato traffico telefonico» se si considera che dal primo giugno 2020 al primo ottobre, dunque in quattro mesi pieni e sotto piena emergenza Covid, sono stati oltre 1200 gli appuntamenti presi per telefono. «Il cliente chiede ancora cosa fa e la ragazza risponde “lui cosa vuole?”. Il cliente dice se fa l’amore e la ragazza sorride e dice che fa tutti i tipi di massaggi». È la ricostruzione, presente nell’ordinanza, di una delle migliaia di telefonate arrivate al centro massaggi di via Mario Angeloni come negli altri dieci nel corso di oltre due anni di indagini.
Migliaia di contatti telefonici, attraverso il gancio dei portali su internet in cui si reclamizzano incontri e sesso a pagamento, cui vanno ad aggiungersi anche almeno un altro centinaio al mese di clienti arrivati senza appuntamento telefonico. «I centri erano aperti tutti i giorni - è scritto nell’ordinanza - senza tenere conto delle festività.

Da evidenziare poi che, dai dati riscontrati, anche durante il periodo della pandemia da Covid 19, l’affluenza è stata solo lievemente ridotta, senza cali drastici».

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