Marcello Castellini: «Grifo riparti dai giovani. Stagione deleteria tra noia e negatività, Castori e club una delusione»

L'ex difensore del Perugia ora soffre in curva Nord. Analizza la stagione della retrocessione e lancia un appello

Marcello Castellini, 277 partire in serie A
di Antonello Ferroni
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Domenica 25 Giugno 2023, 09:46

E’ perugino, ex grifone di grido, ex giocatore di grande livello che ha disputato qualcosa come 277 partite in Serie A. Ma Marcello Castellini, classe 1973, ha anche un’altra caratteristica che lo rende una bandiera: è un tifoso del Perugia vero, viscerale e insieme capace di ragionamenti mai banali, un abbonato pagante di curva Nord il cui giudizio sincero va tenuto in conto.

«È stata una stagione deludente sotto tutti i punti di vista – attacca -, la retrocessione ha sancito in pieno tutte le negatività viste durante l'anno, prestazioni, risultati, gestione, cambi in panchina. Da salvare sinceramente c'è solo l'entusiasmo dei tifosi che è durato fino alla fine nonostante la situazione deleteria, con trasferte positive, ne ho fatte anche io, a livello di partecipazione. Al di là del risultato, ci sono state un insieme di mancanze dal punto di vista tecnico, caratteriale, della combattività. C’è stata noia».

A inizio stagione in pochi lo pensavano però...

«Tutti pensavamo ad un impatto diverso vista l'esperienza di Castori, ad una squadra che magari non esprimesse più il tipo di calcio di Alvini ma che vendesse cara la pelle ad ogni partita, cosa che si è vista di rado. I tifosi in fondo chiedono ai giocatori di uscire stremati. Ma vale anche per Brescia, Benevento e Spal, squadre non preventivate. La B è difficile, se non ti organizzi e non parti come si deve pure le squadre importanti rischiano».

E ora come si riparte?

«Dall'entusiasmo dei tifosi che restano sempre legati alla squadra della città in maniera indissolubile, l’anniversario di qualche giorno fa ne è l’ennesima dimostrazione. C’è un po’ di confusione a dire il vero, si vedono ruotare attorno al Perugia personaggi che spero siano di fantasia, anche se in presenza. Noi siamo già in difficoltà, peggiorare sarebbe deleterio.

Bisognerebbe ripartire dalla concretezza, dal Settore Giovanile. In Umbria se lavori bene e interagisci con le società del luogo qualcosa di interessante c’è, questa fu la fortuna ad esempio dell’era-Gaucci. Ripartiamo da queste cose».

E se offerte per la società non ne dovessero arrivare?

«Questa proprietà è un po’ invisa, gli ultimi anni sono stati faticosi e difficili, la spaccatura oggi è secondo me insanabile. Anche con l’augurio migliore di tornare subito in B, credo non sia facile. Perugia merita quantomeno una B dignitosa e questa dirigenza deve lavorare per lasciare il club in mano a gente seria, limpida e trasparente. L’andirivieni tra la A e la B è accettabile, tra la B e la C dà invece molto fastidio, anche se mi rendo conto che di imprenditori e personaggi come una volta non ce ne sono più. A Perugia ci sarebbero ma non vogliono saperne del calcio. Però qui è stato fatto male anche ciò che si poteva fare bene».

E a livello di organico?

«L’aspetto motivazionale è un tasto molto importante, inizialmente più di quello tecnico. Bisogna capire chi rimarrà e con quale testa, di annata in annata cambiano gli allenatori e spesso di conseguenza le motivazioni. Poi si devono inserire giocatori che possano permettere il salto di qualità dal punto di vista tecnico. La C è difficile, è bene tirarsene fuori prima possibile». 

Sembra ci sia la possibilità di una riammissione in B.

«Le valutazioni sull’annata negativa restano, non si cambiano. Poi una cosa del genere significherebbe partire tardi e tempi lunghi, quando qualche mossa importante già doveva essere fatta sotto l’aspetto organizzativo. Detto questo, ripartire dalla B sarebbe una cosa positiva».

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