Liste d'attesa, medici nel mirino
giro di vite della Asl 2

Un medico
di Vincenzo Carducci
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Mercoledì 29 Novembre 2017, 18:12 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 13:35
Liste d’attesa, medici di base nel mirino: la Asl 2 annuncia il giro di vite. L’occasione l’ha fornita il consiglio comunale aperto sui temi della sanità che si è tenuto a Orvieto e dove il tema delle lunghe liste di attesa ha catalizzato gran parte della discussione. Il direttore generale Imolo Fiaschini, pur evitando colpevolizzazioni, ha inviato un messaggio chiaro ai medici di base affinché contribuiscano a contenere le liste d’attesa rispettando le procedure che esistono. «Il 95% delle prestazioni ricomprese nei Rao (raggruppamenti di attesa omogenei, ndr) – ha detto - rispettano i tempi e il primo passo per ridurre le liste d’attesa sarebbe quello di mettere a Rao tutte le prestazioni. Ciò  ci consentirebbe un’effettiva presa in carico del paziente con la possibilità, come già avviene, di programmare anche sedute aggiuntive. Per le seconde visite e i controlli – ha aggiunto – se venissero richieste in base alle procedure che consentono al medico anche di indicare l’arco di tempo entro il quale effettuare la prestazione non daremmo appuntamenti liberi. Questa cosa andrebbe stimolata di più, forse è colpa anche nostra che non siamo stati efficaci a comunicarla ai colleghi ma nelle prossime settimane intendiamo dare una stretta di vite a questa situazione».

RAO A KM 0 L’allargamento dei Rao per contenere i tempi di attesa è una delle soluzioni avanzate anche dall’assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini che ha lanciato pure la proposta ribattezzata dei “Rao a chilometro zero”. Uno dei problemi spesso lamentati dall’utenza di tutta la regione, infatti, è quello di ottenere la visita o la prestazione specialistica in ospedali e strutture lontane dal comune di residenza e chi vuole invece fare l’esame “sotto casa” finisce per contribuire ad allungare e ingolfare le liste d’attesa di una singola struttura. «I Rao a chilometro zero – ha spiegato Barberini a Orvieto – sarebbero rivolti ai cittadini con particolare fragilità, bambini, anziani, disabili, malati oncologici, che avrebbero un canale preferenziale, senza tuttavia sconfessare la validità del Cup regionale, per ottenere il servizio richiesto entro i limiti temporali stabiliti e senza uno spostamento eccessivo rispetto al territorio di residenza». «Rao o non Rao attendere oltre un anno per una visita non è ammissibile», ha comunque aggiunto l’assessore che non ha negato le «criticità» del sistema ma anche invitato i suoi interlocutori a non avere una visione “ospedalocentrica” dei problemi e i cittadini a sentirsi parte in causa. «L’attenzione spasmodica dei cittadini e della politica – ha detto – è concentrata sugli ospedali ma nessuno parla della prevenzione e dell’assistenza sanitaria territoriale. La nostra regione ha una alta attività di screening ma la risposta alle visite è inferiore ai 2/3. Così capita di avere chi si lamenta per una visita fissata a 14 mesi ma poi si scopre che la stessa persona aveva saltato 5 inviti allo screening».

LA SITUAZIONE A ORVIETO Il consiglio comunale aperto sulla sanità era stato richiesto dalle forze di opposizione - Forza Italia, Identità e territorio e gruppo misto - non solo sull’onda delle frequenti lamentele dei cittadini ma anche sulla scorta del lavoro della commissione comunale sulle liste d’attesa. E’ andato in scena così il solito scontro, comune ad altre realtà, tra la percezione diffusa tra la gente sulle carenze e i ritardi del sistema sanitario e i freddi numeri con i quali hanno risposto i vertici della Asl e delle istituzioni. Da una parte non solo l’opposizione ma anche associazioni e cittadini invitati a intervenire hanno lamentato la mancanza di investimenti sull’ospedale di Orvieto e paventato il rischio che la struttura venga svuotata della mission che gli era stata affidata nella rete di emergenza-urgenza. Ruolo che ha invece confermato l’assessore Barberini. Il direttore dell’Asl, Fiaschini, dal canto suo ha snocciolato un lungo elenco di acquisizioni strumentali di cui presto sarà dotato l'ospedale, a partire dalla sostituzione della Tac, e i dati sul piano di riorganizzazione in corso che ha subito dei ritardi, come già aveva detto in settembre, a causa della fuga dall’Umbria di professionisti che sono tornati verso Lazio e Campania nel momento in cui queste Regioni hanno ripreso a fare concorsi e assunzioni. Secondo i numeri diffusi da Fiaschini il personale medico in questo ultimo periodo è stato portato da 108 unità a 119 e all’appello ne mancano ancora 4, ci sono 21 infermieri in più ed altri 14 da aggiungere, 78 radiologi contro 71 e anche l’organico degli Oss può contare su 3 figure in più rispetto al passato. I primari di Cardiologia e Pediatria sono stati nominati e per altri 3 (Oculistica, Pronto soccorso, Ginecologia) sono in corso le procedure.  Per quanto riguarda le cifre sull’attività dell’ospedale «il numero dei ricoveri nel 2017 sta salendo dopo una flessione del 2016», ha detto Fiaschini. L’ospedale di Orvieto, è stato sottolineato, ha una percentuale di attività extraterritoriale pari al 36%, un numero di parti stimato al 31 dicembre 2017 pari a 416 che consentirà alla Regione di confermare la deroga per il mantenimento del punto nascita. Circa 25.500 infine gli accessi al pronto soccorso contro i 24.137 del 2016 e i 25.000 del 2015. Di questi, in linea con la media regionale, il 7-10% sono codici bianchi.

LO SCIVOLONE DEL SINDACO «Un film già visto – commenta il capogruppo di Forza Italia in Comune, Roberta Tardani - e una fotografia ottimistica, quella mostrata, che si scontra terribilmente con le continue e costanti segnalazioni dei cittadini e degli operatori sanitari circa carenze, disservizi e tempi di attesa lunghissimi. Percezioni diverse, che fanno sorgere il sospetto che la buona sanità riguardi, a questo punto, solo una parte della regione. Nota stonata: il sindaco Germani. Completamente adagiato sulle posizioni degli organi di governo regionali e sanitari, impossibilitato a elaborare un autonomo e critico giudizio, che si è lasciato sfuggire, in conclusione, che le segnalazioni sui lunghi tempi di attesa, visti i dati riportati dai dirigenti Asl, riguardano non più di 10-15 casi. A lui Un consiglio che faccio mio in primis: il tema della sanità ci riguarda tutti, meno partigianeria e più impegno concreto». 
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