Ladro albanese ucciso dopo un furto, indagati due carabinieri e un vigilante

Ladro albanese ucciso, indagati due carabinieri e un vigilante
di Michele Milletti
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Sabato 6 Ottobre 2018, 16:41
Un colpo solo, in testa. Al momento è l'unica certezza. Oltre al fatto che la procura ha iscritto nel registro degli indagati tre persone, due carabinieri e la guardia giurata, a seguito della morte di Eduart Kozi, cinquantenne albanese che viveva a Perugia come tutta la famiglia (perfettamente integrata) con precedenti per furto, ucciso da un colpo di pistola nell'Audi in fuga dopo il furto alla tabaccheria di Ponte Felcino alle poco dopo le quattro di giovedì mattina e abbandonato ormai morente dai suoi complici nella stessa auto a un chilometro esatto, sul piazzale della stazione.

Sono indagati per omicidio colposo determinato dall'eccesso, sempre colposo, di legittima difesa. Si tratta di un atto dovuto a garanzia dei diritti difensivi dei tre.
L'autopsia disposta dalla procura, ed eseguita ieri dal medico legale Sergio Scalise Pantuso alla presenza del perito balistico nominato dalla procura stessa e degli avvocati Nicola Di Mario (per i due carabinieri) e Luca Vesi (per la guardia giurata) non avrebbe infatti fornito elementi decisivi per iniziare a sciogliere il dubbio che invece ci si aspettava di sciogliere: da quale pistola sia stato sparato quell'unico colpo che ha frantumato il lunotto posteriore dell'auto, danneggiato la stessa Audi in un altro punto e si è conficcato nella nuca del bandito.
Una pallottola incamiciata, blindata, full metal jacket: questi i termini tecnici per definire il proiettile estratto durante l'esame autoptico. Un proiettile che generalmente viene utilizzato da appartenenti alle forze dell'ordine e che dunque potrebbe essere compatibile con le pistole dei due carabinieri ma che, come avrebbe fatto notare proprio il consulente balistico, non è detto che sia usato solo da loro. Dunque, allo stato attuale potrebbe essere stato esploso anche dalla guardia giurata. Soltanto le perizie balistiche potranno stabilire da quale arma sia partito il colpo.
Il giallo della pallottola, dunque, ma sotto la lente anche quelle cinque ore tra la sparatoria e il ritrovamento del cadavere.
CONTROLLI RAFFORZATI
Intanto, come accaduto per Fontivegge dopo l'omicidio di due settimane fa, ieri mattina nel corso del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica in prefettura, il prefetto Claudio Sgaraglia ha disposto un innalzamento dei controlli di sicurezza nella zona di Ponte Felcino. «Un immediato rafforzamento dei servizi di controllo del territorio a cura di tutte le forze di polizia, al fine di conseguire un ulteriore innalzamento dei livelli di sicurezza».
 
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