L'inflazione cala, ma il carello della spesa resta caldo. Ecco i prodotti che in un anno sono aumentati di più

L'inflazione cala, ma il carello della spesa resta caldo. Ecco i prodotti che in un anno sono aumentati di più
di Fabio Nucci
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Venerdì 4 Agosto 2023, 08:29

Da febbraio a giugno, un calo di quasi due punti percentuali e considerando il trend nazionale, +6% su base annua, a luglio c’è da aspettarsi un tasso d’inflazione regionale sotto il 7%. Un ridimensionamento che tuttavia si nota poco nel carrello della spesa con gli umbri che stanno vivendo un’estate da salasso con rincari, rispetto al 2022, che per alcuni articoli superano il 50%. Aumenti record per saponi e detersivi, ma anche su pelati, riso, olio e latticini, con listini sull’ottovolante nell’ortofrutta. «Dalla benzina al caro spesa, temiamo sia un’estate di speculazioni», avverte Carla Falcinelli, presidente del Codacons Umbria.
Oltre ad essere differenziato per categoria merceologica, il calo dell’inflazione avviato nei mesi scorsi è variegato a seconda dei territori. E l’Umbria resta uno di quelli dove il caro vita pesa di più. “Il calo è differenziato nelle diverse aree geografiche italiane, con valori ancora sopra il sette per cento a giugno in Liguria, Toscana e Umbria, mentre in Basilicata sono sotto il quattro per cento”, ha rilevato l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) in una nota sulla congiuntura di agosto. I listini estivi si sono dimostrati poco rassicuranti già a giugno, ultimo mese di rilevazione nelle due province da parte di OsservaPrezzi. Considerando un paniere di 124 voci tra beni e servizi di largo consumo, 95 hanno registrato un aumento superiore all’1%, pari al 77% del totale.

POMODORI E RISO
I capitoli di spesa più pesanti si sono rivelati essere proprio alimentari, ortofrutta e cura della persona, composti da quei prodotti indispensabili nella spesa quotidiana o settimanale. Tra gli alimentari, il record spetta a pomodori pelati il cui prezzo medio rilevato nelle due province è passato da 1,23 a 1,77 euro per mille grammi di prodotto, con un’avanzata del 43,5%. Il riso è passato da 2,18 a 3,05 euro al chilo (+40%), l’olio “evo” da 4,8 a 6,32 (+31,8%), la mozzarella da 7 a 9 euro (+27,8%). Rincari sopra il 20% anche per birra, succhi di frutta, passata di pomodoro e latte a lunga conservazione che già un anno fa raggiungeva il prezzo medio di un euro al litro e oggi segna una quotazione media regionale di 1,22 con un rincaro del 23,2%. Più cari, ma con aumenti compresi tra il 10 e il 20%, anche biscotti, pane, carne di suino, tonno in scatola e bibite. Su 42 articoli monitorati, solo 3 hanno registrato prezzi più bassi: pancetta in confezione, farina di frumento e olio di semi, il cui prezzo un anno fa era tuttavia balzato a 2,80 euro per 100 cl di prodotto e oggi è quotato 2,50 euro.

Tra i prodotti ittici, +23% per le cozze fresche e +16,2% per le trote di allevamento. Restando nel comparto food, nell’ortofrutta si registrano rincari per 21 dei 26 prodotti monitorati per i quali è possibile fare un raffronto coi prezzi della scorsa estate. A guidare questa poco gratificante classifica, le carote - il cui prezzo medio è passato da 1,37 a 1,94 (+41,8%) – seguite da cipolle ramate (+37,6%), pomodori ciliegini (+26,4%, rilevati solo in provincia di Perugia), insalata iceberg (+25%), peperoni (+24,5%), pomodori San Marzano (+20,4). Aumenti tra il 10 e il 20% anche per melanzane, zucchine, pesche, patate novelle (rilevate solo in provincia di Terni). Prezzi in calo per pesche noci, limoni, pomodori datterini e insalata cappuccia.

IL NO FOOD
Nel settore “no food”, gli aumenti più alti di tutto il paniere con shampoo e sapone toletta che hanno superato la barriera del +50%, ma si confermano prezzi proibitivi anche per il detersivo lavatrice (+31,6%), tovaglioli di carta e carta igienica che costa il 20-24% in più rispetto allo scorso anno, con rincari già in corso. Più cari, con prezzi più salati del 10-20%, anche dentifricio, bagno doccia e altri detersivi per la casa. Ritocchi più contenuti nel comparto servizi dove spicca la voce autorimessa che a Perugia è aumentata di quasi 12 euro, da 76 a 88 euro con un rincaro del 15,7%. Costa di più anche un panino al bar (2,35 euro, +14,1%), tolettare il cane (24,7 euro, +11%), un pasto al fast food, con Terni più a buon mercato di Perugia e un prezzo medio regionale di 7,80 euro (+7,8%). Aumenti tra il 5 e il 10% anche per pizzeria, gommista (equilibratura e convergenza) e analisi sanitarie (urine e sangue).

I CARBURANTI

A giugno si segnalavano listini in calo, -9% per la benzina-self, -10,6% per il gpl, -11,5 per il metano e -14% per il diesel senza servizio alla pompa. «Stiamo vivendo un’estate di speculazioni incontrollate», spiega Carla Falcinelli. «Stiamo verificando rincari estivi che interessano non solo beni primari come alimentari e carrello della spesa, ma anche voci legate al turismo e alle vacanze come biglietti aerei, hotel, pacchetti vacanza e traghetti che finiscono per minare la fiducia dei consumatori che a luglio ha subito una preoccupante battuta d’arresto».

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