La morte di Flavio e Gianluca,
uccisi da un mix di droghe a 15 anni
AimaD: «La trap music ha le sue colpe»

AimaD
di Lorenzo Pulcioni
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Sabato 18 Luglio 2020, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 08:59
TERNI «Ho un fratello di 13 anni e quando ho saputo di Flavio e Gianluca ho pensato non è possibile, un ragazzo dovrebbe vivere e andare in giro tranquillamente». Damiano Bonaventura Casicci, in arte AimaD di anni ne ha 20. Ternano, classe 2000, è un cantante rap, figura emergente della scena urban italiana. Ha appena lanciato il suo ultimo singolo Bianco. Non è scaramantico, visto è uscito venerdì 17. Ma soprattutto canta i suoi tormenti per esorcizzarli, senza la pretesa di esibirli per farli prendere a modello da ragazzi poco più che bambini: «Giovanni (De Rosa, il produttore, ndr) stava facendo questa base house tipicamente estiva e gli ho detto dammi qua è una figata'. Non era un beat triste di quelli che uso in genere. Era movimentato e ci ho messo un contenuto di tipo personale». Ecco com'è nata la canzone. «Mi piace perchè molti artisti per fare un pezzo trap orecchiabile, oggi sminuiscono il contenuto della canzone».
Proprio gli artisti trap sono nell'occhio del ciclone. Sui social è pieno di cantanti che inneggiano a miscugli con sciroppo a base di codeina: «La trap ha sminuito il rap, soprattutto esibendo un certo tipo di argomenti e di atteggiamenti» dice AimaD. Che però nel ritornello della sua canzone canta: Vedo bianco, ci vedo male, fracio marcio manco le scale, sono stanco non mi voglio alzare'.
Non è anche questo un inno al disfacimento personale? «Assolutamente no, dico solo che in quel momento non stavo bene. E' un brano che parla dei miei errori, ma anche della capacità di imparare e sapersi correggere. Non sono certo il più pulito del mondo. Credo che nella vita si possa fare tutto. Basta tornare sui propri passi e capire dove si è perso la testa». Insomma con Bianco' AimaD parla in prima persona dell'inganno indotto da un certo tipo di sostanze: «Che ti assorbono completamente e ti fanno perdere le sfumature».
E non ha paura di ammettere che un certo tipo di musica può veicolare messaggi pericolosi: «Sono contrario al fatto di spingere un certo tipo di immagine e farsi le foto con lo sciroppo sulle mani. Gli artisti dovrebbero essere più responsabili e rendersi conto che una marea di ragazzi possono cascarci. Quando ho saputo di Flavio e Gianluca mi sono chiesto perchè cercavano la codeina?' Mi sono risposto che lo vedevano fare, che c'era l'influenza del gruppo, magari vedevano l'artista sui social con lo sciroppo. Anche se poi sembra che i ragazzi siano morti per un'altra sostanza. Ma la trap ha le sue colpe perchè influenza i giovani sull'uso di certe sostanze». Il disagio raccontato da AimaD in Bianco' nasce durante il lockdown. Un anno fa aveva lanciato il suo primo disco e aperto il concerto di Mahmood al Festival dei Due Mondi di Spoleto: «L'apice del mio percorso, ci ripenso sempre. Ho bisogno del palco e delle persone. Invece il lockdown ha cancellato tutto, speriamo solo provvisoriamente. E mi ha distrutto psicologicamente, io abituato a stare sempre in giro sono stato costretto come tutti a rimanere in casa. Ma è stata un'occasione per riflettere su tanti errori e su questioni familiari complicate E poi ho passato la quarantena con mamma e mio fratello. Questo ci ha legato e ci siamo fatti forza». Come dice nella canzone: E' passato il passato ed ecco che mi resta'.
 
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