PERUGIA - Una storia d'amore che finisce tra botte e minacce di morte. Tra insulti e pure feci a imbrattare la macchina della ex. Che per il tribunale penale diventano un processo per minacce e lesioni, che va però visto in controluce con le relazioni presentate al tribunale dei minorenni con cui l'attendibilità della presunta vittima viene in qualche modo scalfita. Una brutta storia di sentimenti sgretolati, paura, vessazioni e forse ripicche su cui è stata chiamata a decidere la giudice Sonia Grassi. Il pubblico ministero Mara Pucci ha infatti portato a processo l'uomo a cui si contestano «condotte di molestia e minaccia nei confronti dell'ex compagna convivente» anche alla presenza del figlio minore della coppia.
La procura parla di «un'ostinata e incontrollabile gelosia» di espressioni «screditanti la sua figura di donna (“sei una poco di buono”, “adesso vai a lavorare? Ti fai anche pagare?”)», ma anche di pedinamenti e appostamenti, finiti – secondo le accuse – con l'uomo «in escandescenze anche alla presenza del figlio e in una occasione passando alle vie di fatto, così da indurla più volte a richiedere ausilio ai carabinieri». Ma non solo, l'imputato – difeso dall'avvocato Marco Piazzai – avrebbe anche minacciato la ex così: «Tanto ti ammazzo, ti seppellisco e non ti trovano più», arrivando a colpirla con uno schiaffo che, referto alla mano, le ha provocato un «trauma contusivo emivolto destro, cervicalgia post-traumatica».