Perugia, disegni strappati e schiaffi ai bambini della materna: condannata un’ex maestra

Il tribunale di via XIV Settembre
di Enzo Beretta
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Sabato 8 Aprile 2023, 09:21
Il giudice Carla Giangamboni del tribunale di Perugia ha condannato a otto mesi di reclusione (pena sospesa) un’ex maestra della scuola materna «Lampada Magica» di Case Bruciate, finita sotto processo con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina nei confronti di alcuni bambini. I fatti contestati risalgono agli anni 2015/2016. Alla donna, che oggi ha 71 anni ed è in pensione, veniva contestato, tra le altre cose, di aver strappato disegni a bambini costretti a mangiare nonostante l’inappetenza, oppure colpiti con «uno schiaffo al volto per un giocattolo da non portare» a scuola. Salva per questioni tecniche di improcedibilità e prescrizione la collega coimputata di 65 anni, contro la quale era stata sollecitata una condanna a sei mesi di carcere. Entrambe le imputate, difese dall’avvocato Francesco Falcinelli, sono state assolte dalle accuse di truffa e falso legate ad alcune sospette timbrature del badge. 
«Nell’ambito di attività didattiche aventi ad oggetto lo svolgimento di lavoretti o disegni - ricostruisce il pm nelle contestazioni alla 71enne - abusava ripetutamente dei mezzi di correzione in danno di un bambino di cinque anni strappando i suoi lavori e affermando davanti all’intera classe che ‘non era capace di fare nulla’ e che ‘disegnasse solo schifezze’, determinando chiari disturbi del carattere e del comportamento del minore», il quale «dopo tali esperienze manifestava un certo disagio nell’andare a scuola fino a chiedere di non andarci più». Qualche mese dopo - è sempre l’accusa - «iniziava a rifiutare di compiere qualsiasi attività manuale, ripetendo in continuazione di non essere capace». Un giorno, all’ora di pranzo, la stessa maestra vedendo che una ragazzina di quattro anni «aveva ancora tutta la carne nel piatto, pur sapendo che era inappetente, abusava dei mezzi di correzione imboccandola forzatamente e urlando per costringerla a mangiare». 
La 71enne veniva ritenuta responsabile di cinque episodi da parte della Procura: è stata condannata solo per tre mentre è stata prosciolta dagli altri due capi di accusa in quanto sono prescritti. Prescrizione e improcedibilità per mancanza di querela di parte hanno invece salvato l’altra coimputata, 65enne, che attualmente lavora altrove, colpevole secondo i pm di due episodi tra cui l’aver dato alcuni «schiaffi alla testa di un bambino che non voleva dormire». Tutti i reati contestati si prescriveranno tra giugno e settembre del 2023. 
Contro le due imputate il pm Antonella Leone aveva sollecitato condanne rispettivamente a nove e sei mesi di reclusione: sono state entrambte assolte nel merito dalle contestazioni riguardanti la truffa, legata a presunte false attestazioni di presenza avvenute mediante timbrature del badge. Il giudice, rimasto in camera di consiglio per circa un’ora, ha riconosciuto alla famiglia di un bimbo il pagamento di una provvisionale di 10 mila euro. «La vicenda si è definita in primo grado con prevalenti statuizioni di proscioglimento - sono le parole dell’avvocato Francesco Falcinelli -. Residua una marginale contestazione che potrà essere definitivamente risolta in maniera favorevole in appello». 
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