Coronavirus, intelligence territoriale contro le infiltrazioni mafiose

Coronavirus, intelligence territoriale contro le infiltrazioni mafiose
di Luca Benedetti
3 Minuti di Lettura
Sabato 25 Aprile 2020, 15:25
PERUGIA - Si chiama intelligence territoriale ed è il baluardo con cui il prefetto di Perugia, Claudio Sgaraglia, ha chiesto di lavorare per bloccare il rischio di infiltrazioni malavitose in un momento di particolare disagio sociale,
Intelligence territoriale significa che ogni antenna del sistema, dalle forze dell’ordine agli enti locali, dovranno lavorare per guadare ogni mossa e ogni operazione in controluce per evitare che la crisi legata al Covid-19 apre le porte ai soldi sporchi, agli affari inconfessabile, usura in testa, che può svuotare tante le imprese quanto le famiglie in difficoltà.
Sgaraglia, nell’incontro della Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza a cui ha partecipato anche il prefetto di Terni, Emilio Dario Sensi, ha individuato i settori più a rischio: filiera agroalimentare, settore turistico-alberghiero e ristorazione. Al vertice ha partecipato anche il Capo centro operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Roma, colonnello Francesco Gosciu.
«È stata compiuta-spiega la nota della prefettura- una approfondita analisi del pericolo di infiltrazioni mafiose alla luce delle indicazioni fornite ai Prefetti dal Ministro dell’Interno con direttiva del 10 aprile scorso».
Per il prefetto Sgaraglia vi «possono essere possibilità di inserimento della criminalità organizzata nella fase di riavvio delle attività, tenuto conto dei nuovi flussi di finanziamento nazionale e internazionale che interverranno nell’economia».
Ecco perché è necessaria «un’attenta e corale attività di intelligence territoriale con particolare riferimento alle dinamiche societarie, per il tempestivo rilevamento di eventuali anomalie, soprattutto, nell’ambito dei comparti più esposti: filiera agro-alimentare, settori turistico-alberghiero e ristorazione». Così è stato sottolinea la necessità di tenere sotto controllo i cosiddetti reati spia: usura e riciclaggio. E con l’usura si legano i rischio del settore economico e delle famiglie, sfibrati dalla crisi legati al blocco per combattere il coronavirus. In questo contesto, spiegano dalla prefettura, è stata rimarcata l’importanza della collaborazione delle associazioni datoriali e sindacali, nonché del settore creditizio e finanziario e degli ordini professionali, quali “recettori sensibili” di ogni situazione di criticità del tessuto socio-economico. Collaborazione canalizzata nei lavori del Tavolo di monitoraggio di prevenzione dell’usura istituito, proprio di recente. È stato, inoltre, convenuto di rafforzare maggiormente le attività di vigilanza e controllo a presidio della legalità negli appalti, soprattutto, quelli concernenti la ricostruzione nelle zone terremotate, anche con riferimento al sempre più accurato svolgimento delle verifiche antimafia nei confronti delle imprese locali, richiedenti l’iscrizione.
E proprio in questa direzione il prefetto ha assicurato pieno impulso al Gruppo Interforze, il cui contributo sarà importante nella modulazione dell’azione della Task Force che è stata estesa ai rappresentanti di prefettura e forze di polizia di Terni.
Sgaraglia ha ricordato evidenziato che la prefettura di Perugia, nell’ultimo anno, ha adottato cinque interdittive antimafia a carico di altrettante imprese: dato che conferma l’attenta attività svolta, fino ad oggi, dalle Istituzioni per prevenire possibili infiltrazioni mafiose nell’economia legale. Non solo. C’è un ponte aperto con le amministrazioni locali «per assicurare tempestiva attuazione delle misure di sostegno a famiglie e soggetti deboli e di intercettare, attraverso l’ausilio dei servizi sociali, ogni condizione di disagio che potrebbe determinare la recrudescenza, fra l’altro, del fenomeno dell’usura».
© RIPRODUZIONE RISERVATA