Covid-19, 450 infermieri per 233 posti. Ma nessuna traccia delle terapie intensive prefabbricate. Il nodo ospedale da campo

Il triage avanzato all'ospedale di Perugia
di Luca Benedetti
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Giovedì 21 Gennaio 2021, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 13:42

PERUGIA - Potrebbe arrivare a breve giro di posta una boccata d’ossigeno per i reparti degli ospedali che sfidano il Covid-19 e che attendono i rinforzi. Dei 233 posti da infermiere offerti nelle aziende sanitarie e aziende ospedaliere dell’Umbria, hanno risposto presente in più di 450. Stavolta è andato a buon fine il bando che l’Azienda ospedaliera di Perugia ha messo in campo come stazione appaltante delle aziende sanitarie dell’Umbria, per la richiesta di 233 infermieri: 124 sono destinati alla Asl 1, 30 alla Asl 2, venticinque per l’Azienda ospedaliera di Terni e 54 per quella di Perugia di cui 43 per l’ospedale regionale da campo.
Il dato viene ritenuto positivi visto che c’era il timore che le risposte fossero un numero ben più basso. Di fatto per ogni posto messo a bando ci sono stai due infermieri professionali che hanno risposto. Tra l’altro la selezione diventa strategica per avviare l’attività dell’ospedale da campo della Regione che è stato montato a pochi passi da quello dell’Esercito. Ospedale da campo che doveva essere attivato a ridosso del Natale e che invece resta ancora chiuso dopo che la Regione ha mandato una lettera di contestazione ala ditta che ha effettuato i lavori. Ditta che è la seconda arrivata della gara da tre milioni di euro fatta con i fondi della banca d’Italia, appalto che, da quello che trapela ha portato la Regione anche un risparmio sulla base d’asta.
A proposito di ospedale da campo. L’Azienda ospedaliera di Perugia aveva messo a bando anche un posto per dirigente di anestesia e rianimazione che doveva servire per l’impiego all’ospedale da campo. Sono arrivate sette domande, ma la direzione aziendale ha preferito riaprire i termini del bando allungando i termini fino al primo febbraio. In quel caso l’assunzione è per un anno. Se si allungano i termini per l’assunzione di un dirigente medico potrebbe voler dire che si allungano anche i tempi per l’apertura di una struttura strategica per far reggere all’Umbria l’eventuale terza ondata della pandemia, ma che è importante anche in prospettiva futura per la dotazione regionale della Protezione civile.
A proposito.

Almeno a Perugia nessuna nuova sul fronte delle terapie intensive. Quelle promesse dal commissario straordinario Domenico Arcuri che daranno all’Umbria 44 posti letto in moduli prefabbricati da piazzare a ridosso degli ospedale di Perugia, Terni, Foligno e Città di Castello. Per Perugia a ieri mattina nessun segnale. E’ stata individuata l’area a ridosso dell’ingresso del Santa Maria della Misericordia dove c’è l’ingresso per i donatori di sangue, ma l’area non è stata neanche recintata. Secondo i piani annunciate quelle terapia intensive devono entrare in funzione tra il 19 e il 24 febbraio con l’inizio dei lavori tra il 20 e il 25.

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