Estetiste e parrucchieri alla Regione: «Stop agli abusivi, fateci riaprire!»

Fabrizio Baratta, portavoce di oltre 110 barbieri, estetiste e parrucchieri umbri
di Ilaria Bosi
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Martedì 21 Aprile 2020, 14:47
«Le nostre attività non possono più aspettare: fateci rientrare nella fase 2, consentendo anche a noi di riaprire il 4 maggio». È un appello accorato quello che oltre cento operatori, tra barbieri, parrucchieri ed estetiste di tutta l’Umbria rivolgono alla governatrice Donatella Tesei, chiedendo un’attenzione particolare a un settore costretto a stare fermo nel periodo più rigoglioso e che rischia di essere completamente inghiottito dall’abusivismo.  
A prendere l’iniziativa, sostenuta dai colleghi di tutta l’Umbria, è stato Fabrizio Baratta, titolare insieme a tre soci di una barberia a Spoleto.
Come è nata l’idea?
«Il momento è per tutti noi drammatico, perché questo stop prolungato rischia di far svenire anni di sacrificio e di duro lavoro».
In cosa consiste la vostra iniziativa?
«Alla Presidente abbiamo inviato una lettera sottoscritta da oltre 110 colleghi. Da Spoleto a Foligno, passando per Perugia, Terni, Assisi, Gubbio, Gualdo, Bastia, Amelia, Montefalco e tanti altri piccoli e grandi centri, stiamo vivendo le stesse sofferenze. Così è iniziato il confronto in una chat whatsapp, che in poche ore ha raggiunto adesioni record».
Cosa chiedete alla Regione?
«Di poter rientrare nella cosiddetta fase 2 e di essere considerati tra le attività che potranno riaprire subito. Alla Presidente abbiamo chiesto di volgere uno sguardo e un’attenzione particolare alla nostra realtà professionale. Così comprenderà che l’attività, soprattutto dei piccoli centri, rimanendo chiusa in questo lungo periodo per disposizioni finalizzate a tutelare il preminente interesse della salute pubblica, accusa inevitabilmente gravi e quotidiane sofferenze economiche».   
Con quali modalità sareste disposti a riaprire?
«Rispettando le regole che verranno stabilite. Tutti noi, del resto, teniamo alla nostra salute, a quella delle nostre famiglie e dei nostri clienti. Quindi, nei nostri esercizi non abusivi, sarà nostra premura, per il senso di responsabilità con cui svolgiamo il nostro lavoro (prima ancora che per disposizioni normative), adottare il massimo delle precauzioni, come del resto abbiamo sempre fatto. Così potremo riaprire le attività e ricominciare a muovere con coscienza il motore della nostra regione e dell’Italia».
E la questione dell’abusivismo?
«Non la possiamo trascurare, soprattutto adesso che l’igiene, l’osservanza di determinate precauzioni e anche regolare gli accessi sono misure fondamentali per contenere il contagio. In questo periodo, invece, l’abusivismo dilaga, con estetisti e parrucchieri che operano nello scantinato delle proprie abitazioni o che si recano a domicilio, aggirando così facilmente e pericolosamente le regole di contenimento. Si tratta di situazioni non tracciabili, né controllabili, al contrario dei saloni che operano in totale trasparenza, nel rispetto delle leggi e con tutte le tutele igienico-sanitarie, ora ulteriormente potenziate».
Credete che la Presidente vi darà ascolto?
«Ne siamo certi. La lettera l’abbiamo inviata ieri per posta certificata e siamo convinti che la Presidente saprà ascoltare con sensibilità e attenzione le nostre istanze».
I clienti che vi dicono?
«Ci chiedono di riaprire. Molti sono abituati a trattamenti periodici (tinte o anche epilazione laser e altro), cui ora non si possono sottoporre».
E c’è anche chi, anziché rinunciare, si rivolge agli abusivi.
 
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