Concorsopoli, l'indagato Casciari:
«Mi dimetto ma dopo le elezioni»

Concorsopoli, l'indagato Casciari: «Mi dimetto ma dopo le elezioni»
di Enzo Beretta
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Giovedì 17 Ottobre 2019, 17:13 - Ultimo aggiornamento: 17:28
PERUGIA - Il commissario dell’Azienda ospedaliera di Terni, Andrea Casciari, indagato per abuso d’ufficio, falso ideologico e materiale nell’ambito dell’inchiesta Concorsopoli, si dimetterà dall’incarico subito dopo le elezioni regionali del 27 ottobre. «Riceviamo incarico dal nostro assistito - spiegano i suoi difensori, gli avvocati Nicola Di Mario e Paolo Rossi del Foro di Perugia - di rappresentare che il medesimo rimetterà, subito dopo l'insediamento del nuovo presidente della giunta regionale e nelle mani di quest'ultimo, il proprio mandato di commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Terni». E' solo l’ultima conseguenza dell’inchiesta nella quale è finito anche Casciari, ritenuto responsabile nell’ottica accusatoria di aver «fornito una lista di candidati da favorire» nel concorso per l’assunzione a tempo determinato da infermiere indetto nel 2017. Le contestazioni mosse al manager perugino di 57 anni risalgono all’inizio del 2018, fino a quando è stata approvata la graduatoria del concorso, periodo di tempo in cui Casciari occupava la casella di direttore generale dell’Usl Umbria 1.

Nelle carte dell’accusa si racconta l’«esito illegittimo della prova concorsuale»: «In particolare i candidati complessivamente avvantaggiati mediante l’alterazione del voto attribuito erano 174, dei quali 69 in tutto quelli 'raccomandati' che venivano così collocati in graduatoria utile per l’immediato avviamento al lavoro di infermiere». Gli infermieri - è l’accusa - in questo modo «venivano così immediatamente avviati al lavoro». Insieme al nome di Casciari compare quello dell’ex assessore regionale alla sanità Luca Barberini, gli immancabili Emilio Duca e Maurizio Valorosi, già dg e direttore amministrativo dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia (nell’ordinanza cautelare per loro tre il gip Valerio D’Andria ha ordinato gli arresti domiciliari), Gabriella Carnio e Patrizia Borghesi, rispettivamente componente e presidente della commissione esaminatrice. Dalle indagini è emerso che alcuni candidati avevano ottenuto «in anticipo le tracce dei temi della prova pratica»; ai «segnalati» sarebbero stati assegnati punteggi a tavolino «determinando un vantaggio patrimoniale ingiusto consistito nell’utile collocazione in graduatoria». Riguardo alla contestazione di falso, ideologico e materiale, spunta anche il segretario della commissione Domenico Barzotti. «I punteggi - scrivono i pm Paolo Abbritti e Mario Formisano - sono stati artatamente gonfiati nei confronti dei candidati raccomandati dall’assessore Barberini per mezzo di Duca, Valorosi e Casciari».

L’interrogatorio di Casciari, in programma per ieri mattina, è stato rinviato al 31 ottobre in seguito alla nomina dell’avvocato Di Mario. E’ già il secondo rinvio considerato che un primo incontro era inizialmente in programma per l’11 ottobre. «A fine mese - puntualizzano i legali Di Mario e Rossi - Casciari renderà dichiarazioni spontanee attraverso le quali darà conto della sua completa estraneità ai fatti oggetto della contestazione provvisoria. Solo dopo la chiusura delle indagini e all’esito di un esame dettagliato dell'intero materiale investigativo Casciari formulerà richiesta di interrogatorio ai pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Perugia titolari del fascicolo».

«Proseguirò nella stretta e proficua collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione Anac» ha spiegato in Parlamento il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo a un'interrogazione al question time in merito alle iniziative per il contrasto a irregolarità e abusi nella sanità proposto in seguito alle vicende giudiziarie umbre.
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