Il busto del bisnonno rubato e venduto come Mazzini: assalti in chiese e cimiteri, preso super ladro, nei guai antiquari e clienti

Il busto del bisnonno rubato e venduto come Mazzini: assalti in chiese e cimiteri, preso super ladro, nei guai antiquari e clienti
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Mercoledì 18 Settembre 2019, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 22:03
PERUGIA - Due indagini e un solo protagonista: un super ladro di 44 anni, originario della Sardegna ma da anni residente tra Assisi e Perugia. Uno in grado, in poco più di un anno e mezzo, di far sparire circa 250 oggetti d'arte e di provenienza ecclesiastica da chiese, cimiteri e abitazioni private, ma anche da alberghi e bed and breakfast in cui è stato. 

Un vorticoso giro di furti e vendite che vede coinvolti antiquari (cinque di loro denunciati) e clienti (altre due denunce), oltre all'ex moglie del super ladro, lei denunciata e lui stanato e arrestato in Sardegna. Da Assisi a Perugia, fino all'Altotevere e la zona del Trasimeno, con sconfinamenti anche nelle province di Siena e Arezzo, il "Lupin" in questione è stato in grado di entrare nelle chiese e portare via candelabri e altre opere, oppure di alleggerire tombe e cappelle nei cimiteri. Oggetti dal valore soprattutto affettivo, ma anche economico: su tutti 26 dipinti dell'artista Osmida, portati via da una villa semi disabitata a Magione ma anche due opere in marmo del noto scultore assisano Rosignoli. Ben oltre centomila euro, il valore complessivo degli oggetti rubati.

Rubati e poi piazzati con un misto di abilità e compiacenza di chi comprava. E così il busto di un signore di Umbertide morto nell'Ottocento trafugato da una cappella è stato venduto come busto di Mazzini, ma al tempo stesso ad antiquari e clienti di fronte a oggetti di chiara provenienza sospetta "bastava" un semplice foglietto in cui il ladro certificava di averli comprati da lui.

Un protagonista per due inchieste, si diceva: già, perché qualche mese fa le indagini dei carabinieri di Assisi dirette dal tenente colonnello Marco Vetrulli su furti di oggetti d'arte si incrociano con quelle condotte dai colleghi del Nucleo tutela patrimonio culturale (diretti dal tenente colonnello Guido Barbieri) e della stazione di Umbertide (coordinati dal maggiore Giuseppe Manichino) partite dal furto alla chiesa della Collegiata e che hanno poi messo in fila altri novanta raid. A quel punto, la Procura di Perugia decide di dar vita ad un'unica indagine, coordinata dal sostituto procuratore Laura Reale che qualche giorno fa ha portato all'arresto del super ladro e alla denuncia di altre otto persone tra cui cinque antiquari: a parte uno che sta in provincia di Arezzo, gli altri quattro sono tra Ponte Felcino e Assisi.
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