Perugia, troppe radiazioni alla testa per errore a soli 6 anni: condannata oncologa

L'ospedale di Perugia
di Egle Priolo
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Venerdì 23 Settembre 2022, 07:30

PERUGIA - Una condanna a sei mesi, con pena sospesa e non menzione. Un patteggiamento, secondo la giustizia. «Un'ammissione di responsabilità», secondo la famiglia del ragazzino vittima di un incredibile errore medico, bombardato da radiazioni alla testa del 200 per cento superiori rispetto alla terapia prescritta. E che ora, in piena adolescenza, dopo aver sconfitto la leucemia, non riesce neanche a fare le addizioni in cui, prima, era tanto bravo.

Si è chiuso così, ieri, il primo step del processo per lesioni personali colpose nei confronti di un fisico-medico e dell’allora dirigente medico della struttura complessa di Radioterapia (oggi in pensione) chiamati a rispondere di quel bombardamento di radiazioni che – secondo le accuse del sostituto procuratore Gennaro Iannarone – hanno causato al ragazzino (che all'epoca dell'errore aveva solo sei anni) gravi deficit cognitivi. L'oncologa, infatti, ha chiesto di patteggiare, con l'ok della procura e la ratifica del giudice Antonietta Martino, che le ha imposto anche il pagamento delle spese alla parte civile. Per il fisico-medico, invece, si procede con rito ordinario: il prossimo 20 ottobre, dopo la richiesta di astensione dello stesso giudice, si scoprirà la decisione della presidenza del tribunale, con un nuovo magistrato assegnato al caso. Con la prescrizione che incombe e il countdown che parla di circa un anno e mezzo di tempo. «Al di là delle decisioni giudiziarie, qui abbiamo un bambino e una famiglia rovinati per sempre, che non avranno più la vita di prima. Interpretiamo comunque questo patteggiamento come un’assunzione di responsabilità», il commento dell'avvocato Laura Modena che assiste la famiglia che dal 2016 chiede giustizia.
Era l'autunno di sei anni fa, infatti, quando grazie alle cure attente e alla chemioterapia, il bambino aveva sconfitto la leucemia e i medici avevano deciso per una terapia preventiva: un ciclo di otto sedute da 1,5 gray, l’unità di misura della radio.

Eppure quell’uno – chiaramente scritto a penna nella cartella del trattamento – nella trasmissione al macchinario diventa un devastante 4,5. Un errore marchiano, secondo le accuse, e soprattutto incredibile considerando che nella stessa cartella fosse correttamente indicato come il totale della terapia dovesse essere 12 e non certo 36. Questo il terribile abbaglio contestato al fisico-medico nel capo d’imputazione, in cui si parla di «macroscopico errore di determinazione e calcolo della dose di irradiazione precauzionale encefalica», per «un’irradiazione complessiva di 36 Gray (in forza di otto sedute), così da discostarsi e sostanzialmente aumentare del 200 per cento la dose di radioterapia prescritta al minore dal medico che lo aveva in cura».

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