"Settecentrotrenta anni fa Papa Niccolo IV poneva la prima pietra della Cattedrale di Orvieto, il nostro Duomo, che oggi custodisce le reliquie del Miracolo eucaristico di Bolsena." Con queste parole della sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, la città di Orvieto, domenica 15 novembre, ha festeggiato 730 anni dalla posa della prima pietra di quello che oggi è il gioiello più prezioso della città, il Duomo.
L'evento, che avrebbe dovuto aver un più ampio cerimoniale, è stato ricordato e festeggiato con una due giorni di preghiera e celebrazioni che si sono tenute in Duomo e che si sono chiuse con la solenne benedizione del vescovo Gualtiero Sigismondi mentre nella mattinata si era tenuta la messa parrocchiale presieduta dal parroco del Duomo, don Marco Pagnotta. A causa della difficile situazione sanitaria, il vescovo Sigismondi ha deciso di non convocare il Presbiterio diocesano. Presente invece il Capitolo della Cattedrale e la Corale della Cattedrale “Vox et Jubilum”. Per esprimere, però, l’unità della Chiesa diocesana, il Vescovo ha disposto che in tutte le parrocchie di Orvieto-Todi, nello stesso giorno, celebrassero la “Festa della Chiesa diocesana”, con la Messa della Dedicazione della Cattedrale.
"Un simbolo per la cristianità, che abbiamo celebrato con la solenne Festa della Dedicazione, ma anche il segno tangibile dell’operosità e dell’ingegno della nostra comunità - aggiunge la sindaca - che unita è riuscita a fare cose straordinarie. Anche di questo dovremmo ricordarci ogni volta che ci fermiamo ad osservare la sua bellezza mozzafiato."
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La cattedrale di Santa Maria Assunta di Orvieto è considerata un capolavoro dell’architettura tardomedievale dell’Italia centrale. La posa della prima pietra nell’area in cui sorgevano la vecchia Cattedrale di S. Maria e la Chiesa capitolare di S. Costanzo avvenne nel 1290 per volontà di papa Niccolò IV, con l’intenzione di offrire degna collocazione al Corporale del miracolo di Bolsena. Il progetto in stile romanico fu sviluppato da un artista sconosciuto. L’architetto senese Lorenzo Maitani, chiamato a risolvere un problema tecnico presentatosi nel corso della costruzione, intervenne però radicalmente sull’architettura primitiva del Duomo alteradone la continuità e inserendo forme gotiche nei contrafforti, negli speroni e negli archi rampanti di sostegno e, progettando la soluzione tricuspidale per la parte superiore dell’edificio. Anche i bassorilievi che decorano i 4 piloni della parte inferiore della facciata sono gotici, e descrivono il destino dell'uomo dalla Creazione al Giudizio finale dando vita a uno degli esempi di scultura in questo stile più importanti d’Europa.
Quando Maitani morì (1330), alla direzione del cantiere si succedettero diversi capomastri che rispettarono l’impostazione impressa. A loro si devono il rosone e i suoi accessori. I lavori della facciata terminarono finalmente solo alla fine del XVI secolo con il completamento delle guglie a opera di Ippolito Scalza. Malgrado l’avvicendarsi di diverse mani, l’aspetto esterno del Duomo è armonioso, equilibrato e uniforme nello stile.
L’interno risale invece al XIII e XIV secolo e poggia su una pianta basilicale a tre ampie navate.