ID: 110680202
Autore Testi: MMILLETTI
Firma: Massimiliano Camilletti Michele Milletti
Data Evento: 19700101
Data Archiviazione: 20230128
Data Inserimento: 20230128
Data Classificazione: 19700101
«Aiuto, non farmi morire»
Davide ucciso da un colpo
sparato dal terzo amico
`Assisi, clamorosa svolta nelle indagini
sulla morte di Davide Piampiano
`In carcere con l’accusa di omicidio
volontario finisce Piero Fabbri
L’INCHIESTA
ASSISI «Aiutami, non farmi morire». Lo ha visto in faccia, sofferente. La mano a tenersi la pancia appena perforata da un colpo di fucile. Ma per quel ragazzo, per l’amico Davide, secondo gli inquirenti non avrebbe fatto nulla. Lui si chiama Piero Fabbri, professione muratore, detto il Biondo. Cinquantasette anni e la carabina per sparare ai cinghiali. Da ieri sera il Biondo è in carcere a Capanne, e sulle sue spalle pesa l’accusa più pesante: omicidio volontario. Un’accusa contro la quale ora Fabbri, assistito dall’avvocato Delfo Berretti, dovrà difendersi: l’omicidio di Davide Piampiano, 24 anni, probabilmente scambiato proprio per un cinghiale nel freddo e nel buio del pomeriggio dell’11 gennaio tra i cespugli e la macchia del parco del Subasio. Ma più dell’accusa, sulle spalle del Biondo pesa un rimorso doppiamente schiacciante: quello di aver ucciso inavvertitamente un giovane e un compagno di battute, certo, ma soprattutto averlo trovato ancora vivo, averci parlato, magari averlo pure tranquillizzato, ma senza chiamare subito i soccorsi. Lì, al Fosso delle Carcere ha detto si essere arrivato per primo vicino a Davide.
Si chiude così, 16 giorni dopo, una vicenda tragica che ha sconvolto tutta la comunità di Assisi. Perché Davide Piampiano e la sua famiglia sono persone conosciute e apprezzate, e perché a 24 anni non si può morire così. Ma la paura di essere scoperto, e di far scoprire una evidente attività di bracconaggio, deve avergli tirato un brutto scherzo. Facendogli perdere anche quel minimo di lucidità necessaria a sapere e ricordarsi che Davide era solito documentare con una videocamera quelle uscite nei boschi intorno al Subasio, a poche centinaia di metri da casa, e poi condividerle nella pagina Instagram “Hunting dog Assisi” che gestiva assieme a “Prez”, l’amico coetaneo e fraterno, uniti come solo due amici possono esserlo dalla passione per il calcio, la musica da mettere in consolle e anche dalla caccia.
LA SVOLTA
LE REAZIONI
Sgomento ma soprattutto rabbia. Perché ad Assisi tutti si chiedono «come si fa a lasciarlo morire così?». E anche perché Fabbri in questi giorni è stato visto tantissime volte andare a casa dei Piampiano. «Sono scioccata, per Davide era come un secondo padre» dice attraverso l’avvocato Franco Matarangolo la mamma di Davide, Catia Roscini.
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