Amelia, la città piange Valda Coco. Anima e cuore del Porcelli Tavern, punto di riferimento di tutta la comunità

Amelia, la città piange Valda Coco. Anima e cuore del Porcelli Tavern, punto di riferimento di tutta la comunità
di Francesca Tomassini
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Mercoledì 28 Febbraio 2024, 16:08 - Ultimo aggiornamento: 20:17

AMELIA La città dice addio a Valda Coco. Amerina, settant'anni, di cui trentasei dietro al bancone del Porcelli tavern, da sempre punto riferimento di una comunità intera. Giovani, artisti, famiglie, coppie. Tutti, ad Amelia e non solo, almeno una volta si sono seduti a uno dei suoi tavoli per una pizza, una birra o semplicemente una parola. Un "locale non alla moda ma sempre alla moda", come amava definirlo lei stessa, dove non si è mai andati solo per bere e mangiare. Dove le questioni sociali, del territorio o le riflessioni sui massimi sistemi arrivano sempre nel piatto insieme a una pizza fumante o una birra fresca. 

Da tempo, Valda lottava contro una malattia terribile, di cui non aveva mai fatto mistero.

Oggi, la notizia della sua morte è arrivata comunque con la violenza di un pugno allo stomaco. Migliaia i messaggi di cordoglio e i ricordi che nel giro di poche ore hanno popolato la sua pagina social, uno spazio dove lei stessa è sempre stata molto attiva. 

«Oggi non è una giornata come le altre - scrive uno dei tantissimi amici-clienti - oggi il cielo è triste perché triste è una comunità, quella di Amelia tutta. Ho sempre pensato che fossi speciale e in effetti lo sei e lo sarai per sempre cara Valda Coco. Il tuo locale per tante generazioni di amerini non è stato solo un punto di ritrovo ma soprattutto un'isola felice, un luogo dove sapevi che lì ad accoglierti ci sarebbe stato il tuo immenso sorriso la tua grande empatia. Oggi perdiamo un grande punto di riferimento per la nostra comunità, oggi siamo tristi, tutti».

Una tristezza mitigata dall'esempio di una vita, quella di Valda, vissuta con il sorriso, anche di fronte ai dolori più grandi. «Bisognerà trovare la forza di festeggiarti nonostante tutto - ha scritto Luigia - di sorridere salutandoti e di ballare persino. Bisognerà cantare e battere le mani, renderti omaggio con pensieri e azioni di vita autentica, presente a se stessa, libera. Bisognerà riuscirci, Valdina, a renderti grazie, per tutta quella luce profusa».

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